Una piccola storia che si trova nelle scritture buddiste. Uno dei monaci, che aveva immensi poteri psichici, voleva conoscere la risposta ad un grosso quesito che lo tormentava durante la meditazione: ‘Dov’è che i quattro grandi elementi cessano senza lasciare residuo?’. Cioè dove hanno fine i fondamentali elementi della realtà materiale: terra, acqua, fuoco, aria?
A quanto pare questo monaco viaggiò attraverso tutti i reami dei Deva attraverso tutti i mondi di Brahma per porre agli dei questa domanda; arrivò al più alto reame di Brahma e poté chiederlo al Grande Brahma in persona, al dio più alto che dovrebbe sapere tutto.
Così egli pose al Grande Brahma questa domanda: “Dov’è che i quattro grandi elementi cessano senza lasciare residuo?”. A questa domanda Brahma rispose: “Monaco, io sono Brahma, il Grande Brahma, il Conquistatore, il Non-conquistato, l’Onniveggente, l’Onnipotente, il Signore, il Fautore e il Creatore, il Sovrano, Colui che designa e ordina, Padre di Tutto Ciò che E’ Stato e che Sarà.” E il monaco disse: “Ebbene, dov’è che i quattro grandi elementi cessano senza lasciare residuo?” E Brahma continuava solo a dire “Io sono il Grande Brahma…ecc, ecc”.
Questa cosa continuò per un po’, finché Brahma prese da parte il monaco e gli disse: “Non farmi questa domanda davanti ai miei seguaci…” (ovvero: “loro non sanno che io proprio non lo so”). Poi disse: “Sei venuto nel luogo sbagliato, dovresti andare dal Buddha, lui sa la risposta alla tua domanda..”
Così il monaco tornò nel regno degli umani, trovò il Buddha e gli pose la domanda: “Dov’è che i quattro grandi elementi cessano senza lasciare residuo?”. Il Buddha rispose: “Monaco, hai posto la domanda nel modo sbagliato, piuttosto dovresti chiedere …, dov’è che i quattro elementi non trovano fondamento?“.
Il Buddha continuò: “Dove la coscienza è senza segno, senza limiti, tutta luminosa, ecco dove la terra, l’acqua, il fuoco e l’aria non trovano fondamento. Lì lungo e corto, piccolo e grande, bello e brutto, nome e forma, sono completamente distrutti, con la cessazione della coscienza tutto questo è distrutto.”
Nome e forma sono nama-rupa, pensiero e materia. Il Buddha indica un luogo dove la mente che si attacca al pensiero e alla materia non è più attiva, quindi non c’è più la creazione di soggetto/oggetto nei confronti del ‘mondo’, la coscienza dualistica non opera più. “Con la cessazione della coscienza tutto questo è distrutto”.
Questa frase: ‘cessazione della coscienza’, a volte confonde le persone. Si tratta di attenuare l’abituale attività della mente che è distratta dal contatto, dagli oggetti dei sensi. Non si tratta di essere annientati o annichiliti. Quello che il Buddha ha detto: “la coscienza (che) è senza segno, senza limiti, tutta luminosa”, a me sembra abbastanza positivo. La mente che non re-agisce più al contatto dei sensi e che quindi non ri-crea il mondo che abitiamo in quanto esseri dotati di psiche, si trova nella pace definitiva.
(Consapevolezza di dukkha – Sesta parte – di Sister Ajahn Jitindriya – Ass. Santacittarama, 2010. Tutti i diritti sono riservati.
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Tradotto da Gabriella De Franchis
Tratto dal libro “Freeing the heart”, reperibile dal sito www.amaravati.org)
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