Il nostro corpo … può portarsi dentro molte ferite, e anche la nostra coscienza può portarsi dentro molte ferite. Queste hanno bisogno di guarire. La condizione di base per ogni guarigione è essere capaci di fermarsi, ma non abbiamo la capacità di fermarci. Abbiamo l’abitudine a correre, a fare cose. Ecco perché meditare è, prima di tutto, imparare a fermarsi, è dare al vostro corpo ed alla vostra mente la possibilità di fermarsi e curare se stessi. Sembra molto semplice, ma abbiamo bisogno di allenamento per farlo.
… quando un animale che vive nella foresta è ferito, cerca sempre un luogo tranquillo per riposare per molti giorni e permettere alla ferita di guarire. Durante questi giorni l’animale non pensa a mangiare o a nient’altro. Questa è la pratica di tutti gli animali nella foresta ogni volta che sono feriti da un altro animale o da altri tipi di cose ,inclusa la malattia.
Dobbiamo imparare questa saggezza. Ci sono ferite nel nostro corpo. Potremmo avere malattie; possiamo anche avere il cancro o altre difficoltà che pensiamo essere incurabili. Possiamo avere blocchi di sofferenza nella nostra coscienza. Possiamo avere disperazione, paura e confusione, ma sappiamo che il nostro corpo ha la capacità di guarire se stesso se gli concediamo una possibilità per fermarsi. Questo è vero non solo per il nostro corpo, ma anche per la nostra anima.
La nostra coscienza sa ed ha la capacità di curare se stessa solo se le diamo la possibilità di permetterle di fermarsi, se la autorizziamo a fermarsi. Quando ci tagliamo un dito non siamo troppo spaventati; sappiamo che il nostro corpo può guarire se stesso. Così puliamo soltanto la ferita, la proteggiamo dallo sporco, e la battaglia è da dentro e in appena ventiquattro ore possiamo guarire.
Il nostro corpo sa come creare anticorpi per proteggersi. Dobbiamo credere nel nostro corpo. Dobbiamo concedere al nostro corpo una possibilità di fermarsi.
Molte difficili malattie possono essere curate solo attraverso la nostra capacità di fermarci.
Dobbiamo impararlo. Nella pratica del buddismo ci sono molte cose come questa da imparare. Il sutra sul respiro consapevole, per esempio, è più che sufficiente per guarirvi. Se sapete come praticare gli esercizi donatici dal Buddha, sapete come farlo, come gioire facendolo; date al vostro corpo una possibilità di guarire e anche alla vostra coscienza.
Avete avuto esperienza di estrema sofferenza; vi è successo qualcosa e non credete che potrete superarla. Come avete potuto sopravvivere a notizie così brutte e al dolore? Eppure siete sopravvissuti. Avete attraversato quel periodo ed avete dimostrato di essere capaci di sopravvivere a quel tipo di sofferenza: significa che la vostra coscienza conosce il metodo per sopravvivere. Dite: ”Il tempo guarisce”. Ma il tempo da solo non può guarire la vostra sofferenza.
Non è perché conoscete la sofferenza che siete guariti. No, è perché la vostra coscienza conosce il modo per curare se stessa. Siate fiduciosi perché nella vostra coscienza c’è il Buddha, c’è un posto per l’amore e per la comprensione. Se permettete loro di manifestarsi, allora la vostra coscienza sarà capace di curare se stessa.
Parlando ad un terapeuta, parlando ad un insegnante, parlando ai fratelli e sorelle di Dharma, permettete a queste energie sane di essere toccate, per dar loro una possibilità di divenire più evidenti. Queste si prenderanno cura della guarigione. Talvolta parliamo di “discorsi curativi”, ma i discorsi non possono curare. Il massimo che possono fare i discorsi è permettere a voi stessi di avere fiducia nella vostra abilità di guarirvi. Così, è molto importante che, nel tempo trascorso con un Sangha, con un insegnante di Dharma, impariamo le tecniche per permettere al nostro corpo ed al nostro spirito di fermarsi. Il cuore della pratica buddhista è fermarsi, fermare il correre, cessare di impedire al vostro corpo ed alla vostra coscienza di fermarsi.
Molti credono di aver bisogno di vacanze e lottano, fanno di tutto per avere queste vacanze. Ma durante le vacanze si fermano veramente? Sono molto più stanchi, dopo le vacanze. Dobbiamo tutti imparare l’arte di fermarci, di rigenerarci. Il vostro insegnante di Dharma, i vostri fratelli e sorelle di Dharma sanno come praticare il fermarsi e il guarire.
Quando praticate il digiuno, per esempio, permettete al vostro stomaco, agli intestini, al fegato, ai reni di fermarsi. Non siete preoccupati di digiunare, perché sapete che c’è un serbatoio, una riserva di nutrimento nel vostro corpo. Potete continuare a digiunare per due o tre settimane senza mangiare e non perdere le forze. Quelli di noi che hanno provato la pratica del pulire il nostro sistema digestivo, lo sanno. Beviamo solo acqua. Ci fermiamo.
Continuiamo a gioire della nostra meditazione seduta, della meditazione camminata. Non sentiamo di perdere nessuna energia. I nostri intestini, a cui abbiamo dato il tempo di fermarsi per dieci giorni o due settimane, possono guarire se stessi. Dobbiamo crederlo, perché abbiamo praticato ed altre persone hanno verificato che è vero. Guarire è possibile solo nei giorni di riposo.
Ora che dire della nostra coscienza, della nostra mente? Che tipo di pratica fareste o che tipo di pratica non fareste per rendere possibile al vostro spirito e alla vostra coscienza di fermarsi? Non dovremmo perdere tempo su idee, anche meravigliose, riguardo all’illuminazione, al nirvana, alla buddhità o cose del genere. Dovremmo toccare le cose reali, il midollo della pratica.
Come cominciare? Con Samatha. Samatha è solo fermarsi. Siete di fronte ad un giovane albero. Guardate il giovane albero. State di fronte all’albero in modo da potervi fermare. Inspirate ed espirate in modo da fermare completamente il correre nella mente e nel corpo.
L’anno scorso quando abbiamo visitato la Cina, abbiamo visto ad un incrocio il segnale “stop”. E la parola cinese per “stop” è esattamente la parola che i cinesi usano per tradurre “samatha”. Un giorno mi trovavo davanti ad uno di questi segnali ed ho praticato il respirare ed anche il sorridere. E mi sono completamente fermato. Era come stare di fronte al Buddha che avesse fatto il segnale per dirti di fermarti. State respirando, siete lì, ma vi siete fermati completamente. E’ una cosa meravigliosa essere fermi. Fermandosi così la calma diventa possibile. La pace diventa possibile e naturalmente anche il guarire.
Quanto più continuate a correre, più diminuisce la pace. Così imparare come fermarsi è estremamente importante. Fermarsi, calmarsi, pacificarsi è la precondizione per il guardare in profondità, che è vipassana. Vipassana è pratica di intuizione, contemplazione, guardare in profondità. La meditazione è fatta del fermarsi, calmarsi e del guardare in profondità. Fermarsi vi aiuta a riposare, a calmare, ad avere pace, a procurare le condizioni di base per guarire. Il guardare è qualcosa che potete fare facilmente, una volta che vi siete fermati.
Guardando nella natura della vostra malattia, osservando la natura del vostro dolore, iniziate ad intuire, iniziate a comprendere. Questa comprensione vi dà completo sollievo dal dolore. E’ chiamata salvezza attraverso la conoscenza. Nel buddhismo non parliamo di salvezza attraverso la grazia. Parliamo di salvezza attraverso la consapevolezza, attraverso la comprensione, prajna. Prajnaparamita significa il tipo di comprensione che ci porta sull’altra riva, l’altra riva della non-sofferenza.
Una delle intuizioni più profonde che potete cercare di ottenere è l’intuizione del non-sé. Ma il non-sé non è una teoria, una dottrina, una filosofia. Il non-sé è l’intuizione da toccare con la vostra pratica. Come praticanti non dovremmo parlare di non-sé in alcun modo che non abbia a che fare con la nostra vita quotidiana. Mi sono raccomandato che tutti gli amici che sono venuti qui a Plum Village durante quest’estate imparino e pratichino la pratica del Toccare la Terra. Toccare la Terra è una delle molte pratiche che facciamo a Plum Village per toccare la natura del nostro non-sé. È molto benefica. Guarisce il corpo e la mente. Potremmo praticarla ogni giorno.
Thich Nhat Hanh
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– EsserePace.org – Thich Nhat Hanh