Il fondamento nonché l’obiettivo iniziale della (nostra) trasformazione sta nell’evitare di nuocere agli altri. Dobbiamo sforzarci di evitare di far danno direttamente con parole o atti o indirettamente con pensieri e intenzioni, sia da soli, sia in associazione con altri. Possiamo ferire gli altri con le offese, le calunnie, il sarcasmo o l’inganno, oppure con atti di omissione dovuti all’insensibilità e alla disattenzione.
Il modo più sottile di far danno ad altri è indiretto, per mezzo di pensieri, giudizi e atteggiamenti. Quando la mente è dominata dall’ostilità, si possono maliziosamente attaccare gli altri coi pensieri. Anche se apparentemente nessuna ferita viene inflitta, questi pensieri ci modificano interiormente e influenzano il nostro modo di interagire e a lungo andare sono invariabilmente nocivi. Così il punto di partenza della pratica del Dharma è un atteggiamento nonviolento verso le nostre stesse vite, gli altri esseri viventi e l’ambiente. Questo fondamento della pratica spirituale apporta benessere a noi e agli altri. Sulla base della nonviolenza possiamo cercare di essere utili agli altri tenendo presente che qualunque lavoro compiuto sarà altruistico nella misura in cui le nostre motivazioni sono la bontà e l’amicizia. (B. Alan Wallace)
B. Alan Wallace, con una laurea in Fisica, una in Filosofia della scienza, una in Storia delle religioni, pratica il buddhismo dal 1970, ed è uno dei più famosi insegnanti occidentali di filosofia buddhista e di meditazione. Il suo addestramento monastico nel buddhismo è durato quattordici anni, culminando con l’ordinazione ad opera del Dalai Lama, sotto la cui direzione studia da più di trent’anni. È il fondatore del Santa Barbara Institute for Consciousness Studies.
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