Focalizzato sulla decadenza nel corpo, cosciente del respiro che viene e che va, osservando il placarsi di tutte le fabbricazioni mentali, sempre intento: così è il praticante (di meditazione – ndr) che ha rettamente compreso. (Itivuttaka, 85)
«Il respiro consapevole ti aiuta a vedere la tua rabbia, la tua frustrazione, la tua sofferenza. Quando si respira consapevolmente, si pratica guardando profondamente in noi stessi. Sei fatto di sentimenti, percezioni, formazioni mentali e coscienza. La tua vera natura che altro è se non queste cose? Perché sono le percezioni sbagliate che ti fanno soffrire e, se non comprendi la loro natura, non riuscirai a liberarti della sofferenza. Perciò la tua vera natura è la natura dei tuoi sentimenti, delle tue percezioni, delle tue formazioni mentali, e della tua coscienza». (Thich Nhat Hanh)
La mente viene spesso paragonata a un cavaliere e il respiro a un cavallo. Al cavaliere un cavallo selvaggio e indomito non serve a nulla, mentre gli è molto utile un cavallo domato e addestrato. Se cavaliere e cavallo sono entrambi ben addestrati e affiatati, allora si ha la combinazione perfetta. (Chokyi Nyima Rinpoche, “Unione di Mahamudra e Dzogchen”)
«Il Sole è il respiro (prana) dell’universo, e sorge per dar luce ai nostri occhi. La Terra espira (apāna) il fuoco infero. Lo Spazio tra cielo e terra è la pienezza dell’inspiro (samāna), e l’aria che si muove è l’espiro (vyāna) durante l’azione. Il Fuoco dell’emissione di voce è udāna. Quando questo fuoco viene esalato, i sensi si ritirano nella mente e la persona è pronta a rinascere.»
«Il contenuto della coscienza al momento della morte, qualunque esso sia, è ciò che ci unisce al prāna, all’udāna e al sé, per rinascere nel piano che ci siamo meritati con le nostre azioni». (Prashna Upanishad)
Nota: Nel Māhabhārata (Santi Parva, sez. 184) sono descritti i cinque respiri (spiriti) grazie ai quali una creatura vive e si muove. Il movimento è consentito dal respiro chiamato prāna. L’azione è consentita dal respiro chiamato vyāna. Apāna è l’inspiro che va verso il basso. Samāna è il respiro nel fondo del cuore. Tramite l’esalazione detta udāna l’essere vivente può emettere suoni e parlare.
Io sono colui che tiene il corpo, tu sei colui che tiene il respiro. Tu conosci il segreto del mio corpo, io conosco il segreto del tuo respiro. Ecco perché il tuo corpo è nel mio. Tu conosci e io conosco, Ramanatha, il miracolo del tuo respiro nel mio corpo. (Devara Dasimayya)
Ottimo articolo!