In sogno puoi smarrirti e perdere la via di casa; allora chiedi a qualcuno di mostrarti come ritornare oppure preghi Dio o il Buddha di aiutarti, ma nemmeno così riesci a tornare a casa. Una volta che ti svegli, tuttavia, ti accorgi di essere nel tuo letto e ti rendi conto che l’unico modo in cui nel sogno saresti potuto tornare a casa era di svegliarti. (Bassui Tokusho Zenji)
Tu dormi ed entri nello stato di sogno. Nel sogno t’arrabbi e picchi qualcuno. In quello stato le mani e il corpo si muovono come se effettivamente picchiassi qualcuno. Ci sono persone che durante il sonno camminano. … Ora, rifletti: in effetti non c’era nessuno che tu potessi picchiare …, ma è semplicemente accaduto che i tuoi pensieri e condizionamenti mentali hanno prodotto movimenti nel corpo …. Questo è il punto più importante da capire. Se i condizionamenti mentali inconsci e i pensieri involontari possono produrre tutto questo effetto sul tuo corpo, quale potrà essere il risultato dei tuoi pensieri intenzionali e deliberati? (Baba Faqir Chand)
Come un grosso pesce nuota fra le rive di un fiume come più gli garba, così la coscienza si muove tra gli stati di sogno e di veglia. (Saggezza vedica Brihadaranyaka Upanishad)
Una delle cose che sono giunto a comprendere è che il risveglio diventa possibile quando si accetta l’idea che non possa essere «conseguito». Le dottrine, i processi e i sentieri graduali di ricerca del risveglio non fanno altro che esacerbare il problema che pretendono di risolvere, rafforzando l’idea che l’io possa trovare qualcosa che ha perduto. È questo stesso sforzo, questo investimento nell’identità dell’io che continua a ricreare l’illusione della separazione dall’unità. Questo è il velo che crediamo esista. È il sogno dell’individualità. (Saggezza buddista – Tony Parsons)
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