Secondo la prospettiva buddista, ci sono problemi, ma sono contaminazioni provvisorie e superficiali che ricoprono l’originaria purezza di base (tathagatagarbha). Questo punto di vista è positivo ed ottimista … Non è puramente concettuale. È radicato nell’esperienza della meditazione e nella sanità che questa alimenta. Ci sono modelli nevrotici abituali provvisori che si sviluppano sulla base delle esperienze precedenti, ma che possono essere disinnescati.
Questo è ciò che si studia nell’abhidharma [antiche compilazioni degli insegnamenti filosofici e psicologici buddisti]: come una cosa segua ad un’altra, come l’azione volontaria si produca e si perpetui, come le cose si concatenino a valanga. E, cosa più importante, l’abhidharma studia come questo processo possa essere interrotto con la pratica di meditazione. Con la pratica, che è confermata dallo studio, la sanità originaria della mente viene ripetutamente sperimentata. Allora si vede che i problemi non sono tutti profondamente radicati; si vede che si può fare un progresso reale; si scopre che (con l’aiuto della meditazione – ndr ) si può diventare più consapevoli e coscienti, sviluppando un maggior senso di salute e chiarezza mentre si procede e tutto ciò è immensamente incoraggiante.
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