L’ego presenta una duplice barriera: emozioni conflittuali e credenze primitive riguardo alla realtà. Potreste chiamarle emozioni conflittuali anti-shunyata, anti-vacuità, perché non danno spazio né possibilità di sviluppare le cose. Sono emozioni solide e definite. Sono come la metafora del maiale, simbolo di ignoranza, che segue solo il suo naso e non vede altro. Continua a seguire solo il naso, costantemente, guidato dall’impulso. E qualunque cosa gli capiti davanti al naso, la divora e basta e poi va in cerca della prossima ….
In questo caso, stiamo parlando di emozioni primitive. Prendiamo la rabbia, per esempio. C’è la primitiva qualità conflittuale della rabbia e c’è anche la qualità energetica della rabbia, che è molto diversa. Le emozioni conflittuali sono quelle che cercano di garantirsi l’obiettivo e l’oggetto dell’ego, di soddisfare la sua domanda. Si basano sulla costante ricerca di sicurezza, sul mantenimento dell’identità «io sono».
Le emozioni conflittuali contengono anche energia, che è la natura compassionevole, il calore di base del fondamentale processo creativo; ma nella situazione generata dalle emozioni primitive manca la generosità per consentire all’energia di agire da sé.
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