“Un giorno un monaco chiese al maestro: «Cos’è la Via?». Il monaco si riferiva alla Via del Buddha. In senso lato, potete intendere la Via anche nel senso dell”assoluto’, della ‘mente di pace e libertà’ (della meditazione) o della ‘Verità’. Il maestro rispose: «La mente quotidiana è la Via».
Le parole ‘mente quotidiana’ esprimono la condizione di vita libera dalle idee e dalle opinioni. Lavarsi il viso e i denti, parlare, mangiare, lavorare: tutte queste attività hanno luogo prima del pensiero. Questo era il punto della risposta del maestro. Disse al monaco che quello era ciò che cercava. …
… Il monaco ebbe come risposta dal maestro: «La mente quotidiana è la Via. Ogni aspetto della tua vita è la Via». Tuttavia, semplicemente non poteva accettare quella risposta. … Allora pose la seguente domanda: «Non capisco cosa intendi con ‘la mente quotidiana è la Via’. Come posso comprendere la ‘mente quotidiana’? Quale pratica dovrei fare per comprenderla?». Il maestro rispose: «Se la cerchi, non farai che andare nella direzione sbagliata». Se immaginate lo zen, la Via, la Verità o il vero Sé come distinti da voi stessi e poi li cercate e vi sforzate di comprenderli, alla fine non farete che allontanarvi di più dalla Via.
Vedere le cose così come sono, udire le cose senza opporre resistenza, o accettare le cose come sono, per quanto possano essere compiuti con purezza e innocenza, in realtà hanno tutti luogo entro la coscienza dell’io-sé. Nel vedere, udire o accettare le cose semplicemente e con purezza, il punto di vista dell’io-sé si è già formato. La condizione che precede la comparsa delle vostre idee è già quella in cui accettate le cose e le udite così come sono. Ecco cosa dovete cercare.
Il monaco chiese di nuovo: «Se non la cerco, in che modo potrò mai comprendere la Via?». Il maestro rispose: «La Via non è né conoscere né non conoscere. Conoscere è illusione, non conoscere è indifferenza». Il monaco che poneva queste domande era Joshu. Dopo aver padroneggiato ‘la mente quotidiana è la Via’, disse: «Prima venivo usato dal tempo, ma dopo aver compreso veramente ‘la mente quotidiana’, sono stato in grado di usare il tempo». Ciò significa essere liberi dalla coscienza dell’io-sé, dimenticare l’io-sé, divenire la Via stessa.
Siamo tutti come Joshu, ci troviamo proprio in mezzo alla Via. Vi prego quindi di capire che la Via è voi stessi. Ecco cosa vorrei che faceste. Realizzando la Via, ognuno di voi riporterà in vita Joshu” (pp. 140-142). (da: La Meditazione come Via – Newsletter)
Monaco da ben sessant’anni e abate del monastero e tempio Soto “Hosshin-ji” dal 1974, Sekkei Harada è uno degli esponenti più rilevanti dello zen giapponese contemporaneo.