Gli scritti zen illustrano lo spirito delle peculiare disciplina interiore senza insegnare nulla. Indicano le tracce da seguire, ma senza specificare il sentiero da percorrere. Raccontano di una meta da raggiungere, ma lasciano alla libera fantasia di ciascuno l’immaginazione per descriverla. Eccone qualcuno.
Senza parole
Un sacerdote incontrò un giorno un maestro zen e, volendo metterlo in imbarazzo, gli domandò:
“Senza parole e senza silenzio, sai dirmi che cos’è la realtà?”
Il maestro gli diede un pugno in faccia.
Lo zen
Un monaco domandò al maestro Nan-ch’uan:
“Che cos’è lo Zen?”
“E’ la vita di tutti i giorni.”
“E come ci si avvicina ad esso?”
“Più cerchi di avvicinarti, più te ne allontani.”
Il vento e la bandiera
Un giorno Hui-neng udì due monaci che discutevano di una questione filosofica.
“Se non ci fosse il vento”, diceva il primo “quella bandiera non potrebbe muoversi.”
“Se la natura della bandiera non fosse quella di muoversi,” ribatteva il secondo “il vento non potrebbe farla sventolare.”
Hui-neng tagliò corto:
“Non è né il vento né la bandiera, ma è la nostra mente che si muove!”
Definizione dello Zen
Fu chiesto una volta a Bodhidharma di dare una definizione dello Zen.
Egli, contravvenendo allo spirito stesso del suo insegnamento, rispose così:
“È una trasmissione speciale al di fuori delle scritture,
è indipendente da parole e da lettere,
punta direttamente allo spirito dell’uomo,
un contemplare la propria natura”.
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