“La meditazione è una qualità di relazione a ciò che è qui. Da questo punto di vista, il cammino spirituale nella sua dimensione interiore e la pratica della meditazione non sono che una sola ed unica cosa, cioè avere ad ogni istante la relazione giusta a ciò che è qua. Non c’è altra pratica di meditazione.
Di contro, è difficile trovare la relazione giusta alla situazione in modo spontaneo, pertanto è necessario un apprendistato che è la pratica seduta (…) beninteso che si tratta di una situazione privilegiata, un trampolino per la meditazione nell’azione che è la relazione, la qualità d’essere di ogni istante. Dunque, da questo punto di vista, bisognerebbe meditare, non bisognerebbe che meditare e bisognerebbe farlo ventiquattro ore su ventiquattro. La meditazione è l’esperienza autentica della vita.”
Comprendere il pieno significato che la meditazione ha all’interno della pratica è piuttosto difficile in quanto non corrisponde alla concezione che in Occidente si ha di questo termine.
La meditazione è spesso compresa in modo sbagliato come:
- uno stato di coscienza modificato;
- uno stato senza pensieri;
- una concentrazione;
- un ripiego su se stessi;
- una fuga dalla realtà.
Meditazione è principalmente e soprattutto:
- Uno stato di presenza, di apertura, di lucidità e recettività;
- Un esercizio destinato a sviluppare le qualità di apertura, chiarezza, sensitività e la loro continuità nell’azione, nella vita quotidiana.
(Lama Denys Tendrup in Dialogue à deux voies (con Arnaud Desjardins) Ed. La Table Ronde, Paris, 1993, p. 267-268).
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