Lo dimostra la risonanza magnetica. L’azione si esercita su una sorta di motore interno automatico di pensieri che genera un continuo emergere di idee, ricordi, immagini, timori. Il bersaglio. Il sistema coinvolto è il cosiddetto «Default Mode Network». La durata nelle persone allenate. L’effetto prosegue anche dopo il momento dell’esercizio.
Alcune pratiche di meditazione riescono a spegnere l’attività di un’area cerebrale responsabile dell’insorgere nella mente di ansietà e preoccupazioni sul futuro e dell’incapacità di concentrarsi semplicemente sul presente. Lo indica una ricerca pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences da parte di un gruppo di studiosi americani guidati dal professor Judson Brewer, del Department of Psychiatry della Yale University School of Medicine di New Haven. … Lo studio ha preso in esame tre diverse tecniche di meditazione, rispettivamente chiamate «Concentrazione», «Amare-gentilezza», «Consapevolezza senza scelta». La prima è una tecnica nella quale il soggetto si concentra sul respiro e, quando arrivano pensieri, si distoglie da essi gentilmente ma in maniera ferma; la seconda è una tecnica in cui il soggetto pensa attivamente a un momento in cui ha desiderato il bene di qualcuno e lo utilizza come modello per desiderare il bene degli altri; la terza è una tecnica in cui il soggetto presta attenzione a tutto quello che arriva momento per momento alla coscienza, senza tentare di modificarlo o di allontanarsene, finché non giunge spontaneamente un altro pensiero. … dal corriere.it del 25-03-12, leggi tutto l’articolo di Diodoro Danilo …
Nuove ricerche per stabilire le applicazioni
Secondo i ricercatori del Department of Psychiatry della Yale University School of Medicine di New Haven, la meditazione, che è accessibile a molti a prescindere dal livello di istruzione e dalla situazione socioeconomica, potrebbe rivelarsi sulla base degli studi in corso un sistema a basso costo per ridurre l’attività dell’area cerebrale definita Dmn, che può essere implicata nell’ insorgere di ansia e depressione. Anche se, aggiungono i ricercatori, serviranno altri studi per stabilire se può avere precise applicazioni terapeutiche.