Per praticare il dhyana (meditazione – ndr), il bravo discepolo deve ritirarsi in un luogo quieto e solitario, ricordando che le abitudini di lunghe vite di discriminativi pensieri non possono essere facilmente né rapidamente spazzate via. Vi sono quattro tipi di meditazione concentrativa (dhyana-ch’an): Il dhyana praticato dagli ignoranti; il dhyana dedicato all’esame del significato; il dhyana con “talità” (tathata) come oggetto, ed il dhyana del Tathagata.
Il dhyana praticato dall’ignorante è quello a cui fanno ricorso coloro che stanno seguendo l’esempio di discepoli e maestri, ma che non capiscono il suo scopo e, perciò, esso diviene “solo-sedersi” con una mente svagata. Questo dhyana è anche praticato da quelli che, disprezzando il corpo, lo vedono come un’ombra o un scheletro, pieno di sofferenza e impurità, e però si aggrappano ancora alla nozione di un ego, cercando di ottenere l’emancipazione dalla mera cessazione del pensiero.
Il dhyana dedicato all’esame del significato, è quello praticato da coloro che, percependo l’insostenibilità di tali idee come il ‘sé’, l’altro ed entrambi, che sono sostenute dai filosofi, e che sono andati oltre la duplice-assenza-di-ego, dedicano il dhyana ad un esame del significato di ‘assenza-di-ego’ e delle differenziazioni degli stadi dei Bodhisattva.
Il dhyana con oggetto il Tathata, o “Talità”, o Unicità, o Nome Divino, è praticato da quei bravi discepoli e maestri che, pur riconoscendo pienamente la duplice ‘assenza-di-ego’ e la non-immaginazione del Tathata, si aggrappano ancora alla nozione di un Tathata Assoluto.
Il dhyana del Tathagata è il dhyana di quelli che sono entrati nello stadio del Tathagata e che, dimorando nella triplice beatitudine che caratterizza l’auto-realizzazione della Nobile Saggezza, stanno dedicandosi alla salvezza di tutti gli esseri, nel compimento di un’incomprensibile opera per la loro emancipazione. Questo è il puro dhyana del Tathagata. Quando tutte le minime cose ed idee sono trascese e dimenticate, e resta soltanto un perfetto stato di non-immaginazione in cui Tathagata e Tathata si fondono nella Perfetta Unicità, dopodiché i Buddha verranno insieme da tutte le loro Terre-di-Buddha e con mani brillanti tenute in alto sulle loro fronti daranno il benvenuto ad un nuovo Tathagata”.
(Dal Lankavatara-sutra – L’AUTO-REALIZZAZIONE DELLA NOBILE SAGGEZZA – Basato sulla Traduzione del Lankavatara del Professor D.T. Suzuki – Fonte web lameditazionecomevia.it)
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