Il dialogo tra il giovane Gurdjieff e il Principe Liubo Dewsky. «G: Ho bisogno di conoscere. P: Che vuoi conoscere? G: Voglio imparare, capire. P: Cosa intendi per imparare? Se vuol dire mescolare esperienza e fede ti legherà come una corda e ti impedirà di imparare. La conoscenza accade direttamente quando neanche un solo pensiero rimane tra te e la cosa che conosci. Poi vedrai te stesso così come sei e non come tu vorresti essere.» Una maniera molto elegante di spiegare la meditazione.
(Tratto da “Meetings with remarkable man” di P. Brook)
Gli insegnamenti di Gurdjieff, le cui fonti possono essere rinvenute nella tradizione esoterica di religioni quali il Cristianesimo, il Buddhismo e l’Islamismo, sono rivolti a tutti senza distinzione e poggiano sulla consapevolezza che il pianeta Terra rischia la catastrofe mentre l’uomo ne sfrutta le risorse.
Gurdjeff era un uomo eccezionale, un maestro nel più vero senso della parola. I suoi insegnamenti rispondono alle nostre domande più essenziali: chi siamo? Qual è lo scopo della vita, e della vita umana in particolare?
Da giovane, Gurdjeff perseguì queste domande senza risparmiarsi e si convinse che le risposte pratiche erano contenute nelle antiche tradizioni. Attraverso molti anni di ricerche e di pratiche, egli ottenne delle risposte e si accinse allora a presentare quanto aveva appreso in una forma comprensibile per il mondo occidentale.
Gurdjeff sosteneva che, a causa delle condizioni abnormi stabilitesi nella vita moderna, noi non siamo più in grado di funzionare armoniosamente. Egli insegnava che, per divenire armoniosi, noi dovessimo sviluppare nuove capacità, o realizzare potenziali latenti, attraverso il “lavoro su di sé”.