Io sono il primo a comprendere e a rispettare le cose sacre, per questo vi invito a praticarle ogni giorno. Tutto dipende dalla coscienza… Quando siete coscienti che Dio ha messo la sua vita nel cibo, nel momento in cui vi accingete a mangiare, siete come il sacerdote che benedice il pane e il vino, e ogni giorno, a ogni pasto, entrate in comunicazione con la vita divina.
Quando preparate il vostro pasto, toccando gli alimenti, dovete pensare a impregnarli del vostro amore… Parlate loro, dite: «Voi che portate la vita di Dio, vi amo, vi apprezzo, conosco la ricchezza che possedete. Ho un’intera famiglia da nutrire, milioni e miliardi di abitanti in me, allora, siate gentili, date loro questa vita». Se vi abituate a parlare così al cibo, in voi esso si trasformerà in forza e in luce, poiché avrete saputo comunicare con la natura stessa.
Dipende molto da noi che il cibo sia benaccetto al nostro organismo, e le preghiere e le benedizioni prima dei pasti servono appunto a influenzarlo favorevolmente e prepararlo per essere ben assimilato. Le parole e i gesti di benedizione avvolgono il cibo di emanazioni e di fluidi che lo preparano a entrare in armonia con coloro che devono consumarlo; si crea così nei loro corpi sottili un adattamento che permette loro di ricevere al meglio la ricchezza contenuta in quel cibo.
[ Omraam Mikhaël Aïvanhov – Pensiero del 26 maggio 2019 ]
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