Il Buddha aveva raccomandato ai bhikkhu di fermarsi durante la stagione delle piogge (Vassa) onde evitare di uccidere, camminando, i numerosi esseri che venivano allo scoperto per via della copiosa umidità e di utilizzare questo periodo di stabilità per dedicarsi alla pratica intensiva – alla meditazione – e all’istruzione ai laici.
Nel Vinayapitaka si narra che una volta trenta bhikkhu si misero in viaggio per trascorrere il ritiro con il maestro, che si trovava a Savatthi, ma il monsone li sorprese prima che riuscissero a giungere a destinazione; perciò dovettero fermarsi a Pava, una località distante da Savatthi 60 chilometri e che in séguito acquistò notorietà perché il Buddha vi consumò il suo ultimo pasto prima del trapasso. Terminato il periodo dei monsoni, i trenta bhikkhu ripartirono alla volta di Savatthi e quando finalmente vi giunsero avevano le vesti fradice e malandate.
Il Buddha stabilì perciò che alla fine del periodo di Vassa tutti i bhikkhu avrebbero potuto ottenere una nuova veste. Ancor oggi, la stoffa grezza viene tagliata in riquadri per toglierle ogni valore commerciale e ogni monaco deve rimetterne insieme i pezzi servendosi di un telaio. Il termine Kathina, infatti, vuol dire “telaio” e si riferisce alla cornice usata per cucire le vesti, nonché al materiale per confezionarle, ovvero la stoffa grezza, il filo, l’ago per cucirle e il colorante con cui tingerle una volta finite per dar loro uniformità di colore. La veste dev’essere terminata nell’arco di un solo giorno.
Il processo di lavorazione, data la brevità del tempo concesso, richiede il contributo di tutta la comunità monastica, nessuno escluso. Una volta asciutte le vesti sono pronte per essere distribuite ai monaci che hanno passato tutto il periodo del Vassa in quel monastero, senza interruzioni. Perché la celebrazione possa aver luogo, ci dev’essere un quorum minimo di 5 monaci, (anche provenienti da altri monasteri). Kathina dev’essere celebrata nell’arco di un mese a partire dalla fine del ritiro di Vassa, che coincide con il plenilunio del mese di ottobre.
(Flavio Pelliconi: Invito alla celebrazione di Kathina)