La noia è una forma di avversione con la quale dobbiamo imparare a usare la nostra presenza mentale. In genere, nutriamo un certo timore nei confronti della noia e non facciamo nulla per evitarla. Allora andiamo al frigorifero, prendiamo il telefono, guardiamo la TV, leggiamo un romanzo, ci diamo continuamente da fare per sfuggire alla solitudine, al vuoto, alla noia. Quest’ultima, ove manchi la consapevolezza, ha su di noi un grande potere. Ma noi non dobbiamo permettere che essa diriga la nostra vita in questa maniera. Che cos’è, poi, questa noia, quando la viviamo in sé e per sé? Ci siamo mai soffermati a guardarla?
La noia nasce dalla mancanza di attenzione, ed è fatta anche di irrequietezza, di scoraggiamento e di inclinazione al giudizio. Ci annoiamo perché non ci piace quel che sta accadendo, e così non vi prestiamo attenzione. Ma se cerchiamo di convivere con questa noia, può svilupparsi un livello assolutamente nuovo di comprensione e di contentamento. Nell’ambito della pratica meditativa, facciamo della noia stessa un oggetto di interesse da esplorare. Quando essa si manifesta, la si viva fino in fondo. La si noti, si percepisca la sua struttura, la sua energia, le pene e le tensioni che in essa si celano, le resistenze che contro essa si sviluppano. Si guardi direttamente il modo in cui questa particolare qualità opera all’interno del corpo e della mente. Possiamo finalmente smettere di sfuggirla o di resistervi.
La visione profonda, la coscienza, la libertà non si troveranno in una diversa esperienza, in un diverso momento, ma in qualunque momento che impareremo a vivere con vera attenzione. Quando la consapevolezza è chiara e concentrata, anche il ripetuto movimento di inspirazione ed espirazione può diventare l’esperienza più incredibilmente interessante e meravigliosa.
[ Da: Jack Kornfield, Joseph Goldstein, “Il cuore della saggezza. Esercizi di meditazione“ ]
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– https://en.wikipedia.org/wiki/Jack_Kornfield