Molte persone non sanno che cosa siano i koan, o pur conoscendoli non vi danno importanza.
Un koan è una domanda che il maestro zen rivolge al discepolo perché la mediti, l’analizzi e poi dia una risposta.
L’enigma è sostanzialmente assurdo, impossibile dare una risposta logica.
Ed è proprio questa la sua finalità: fare in modo che il nostro punto di vista individuale si apra all’universale, per aiutarci a capire che l’intelletto – parole, parole, parole – non può dare risposte…
In realtà non viviamo nel mondo, viviamo in una lingua: il solo fatto di maneggiare le idee ci fa sentire furbi; e il poter dare definizioni ci fa credere di sapere cose, oppure le diamo per scontate.
Ma se vogliamo cambiare la nostra vita dobbiamo operare una mutazione mentale aprendo le porte all’intuizione e alle energie creative, considerando il nostro inconscio come un alleato.
C’è chi impiega vent’anni a trovare la soluzione di un koan.
E c’è chi, invece di cercare una risposta che contenga tutti gli aspetti del proprio essere (una risposta molto più complessa delle parole della lingua ordinaria, dettate dall’intelletto), dà una spiegazione abile e crede di essere diventato un maestro zen con la forza dell’ingegno.
Se la risposta al koan ci lascia identici a come eravamo prima, non abbiamo risolto niente.
Risolvere un koan per davvero significa passare attraverso un cataclisma mentale che fa crollare tutte le nostre certezze, i nostri punti di vista, il nostro equilibrio morale: disgregando qualsiasi concetto, ci scaraventa nel vuoto.
Un vuoto che ci rigenera, consentendoci di rinascere più liberi, in modo da vedere per la prima volta il mondo così com’è e non come ce lo hanno insegnato.
[ Da: Il maestro e le maghe – Alejandro Jodorowsky ]
– Alejandro Jodorowsky (amazon)
– Alejandro Jodorowsky (macrolibrarsi)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Alejandro_Jodorowsky
– Fonte