Coloro che si sentono propensi alla spiritualità salmodiando un mantra dovrebbero leggere questo articolo – “Il miracolo che avviene quando tu pronunci un Mantram” – perchè chiarisce, suggerisce, ecc. Mi sembra abbastanza completo. Se volete commentarlo risponderò senz’altro. Sivananda Radha è stata la prima donna occidentale a diventare sannysin. Negli anni ottanta ha aperto diversi centri di insegnamento in Nordamerica e Gran Bretagna.
La ripetizione di un Mantra e’ un mezzo per aumentare la capacita’ di concentrazione. Alcuni maestri spirituali indiani sostengono che il significato e il contenuto del Mantra non devono necessariamente essere compresi da un aspirante, al fine di determinare l’effetto desiderato; che la pratica del Mantra da sola e’ sufficiente a ottenere il risveglio spirituale che ne costituisce lo scopo.
Di certo l’uso del Mantra purifica il subconscio e, anche se viene ripetuto meccanicamente, si verifica in ogni caso una certa purificazione. Ogni Mantra e’ pero’ per natura una forma di devozione che ha il Divino come sua forma ed essenza e la concentrazione sul suo significato consente un raggiungimento della meta ultima piu’ certo e piu’ rapido.
I benefici della pratica del Mantra dipendono dal singolo soggetto come individuo, dal punto da cui e’ partito, da dove si trova adesso, da quali sono state le sue vite passate e dall’intensita’ e dal grado del suo desiderio.
Quando si canta un Mantra tutto l’essere della persona in questione muta in meglio, quindi sarebbe opportuno creare l’abitudine di ripetere il Mantra in ogni momento, perche’ il lavoro che si svolge diventera’ piu’ facile e gioioso, in virtu’ del continuo risuonare del Mantra nella mente.
Uno dei risultati che giungono in fretta con la pratica del Mantra e’ il controllo della respirazione, che e’ il mezzo con cui si puo’ sviluppare l’abilita’ di controllare le emozioni. Nel canto doniamo tutte le nostre emozioni al Mantra e alla sua divinita’ e chiediamo ad essa di aiutarci a ottenere il controllo. In questo modo troviamo un modo sicuro di liberarci dai sentimenti negativi, perche’, invece di scaricarli su qualcun altro, li offriamo alla loro fonte.
Un canto prolungato nel tempo portera’ a una maggiore consapevolezza e alla sostituzione dei sentimenti negativi con affermazioni positive. La pratica del Mantra spegne le emozioni turbolente e quieta di conseguenza la mente turbolenta.
In termini yogi esiste una differenza fra emozioni e sentimenti, dal momento che un’emozione purificata diventa un vero sentimento. Il Mantra Yoga ci fornisce un’opportunita’ di conoscere le emozioni, di sapere cosa sono, da dove vengono e quale sia il loro giusto posto nella nostra vita. Tramite il Mantra Yoga possiamo imparare a far fronte alle emozioni in modo adeguato, a controllarle e a raffinarle e a incoraggiare lo sviluppo armonioso di tutti gli aspetti del potenziale umano. A mano a mano che il Mantra viene accolto nel subconscio, la mente si purifica in un modo che saremmo incapaci di raggiungere senza il suo aiuto: lentamente l’ego viene sopraffatto dall’Io Superiore, come quando si versa a poco a poco il latte in una tazza di caffe’ nero, finche’ il caffe’ viene sostituito dal latte puro.
Dal momento che purifica la mente, il Mantra rappresenta anche un grande strumento di protezione contro la paura. Quando vengono purificate, le emozioni si trasformano in amore: questo costituisce un passo importante nel risveglio di ulteriori livelli di consapevolezza, mentre l’influenza del Mantra diventa estremamente sottile. I sentimenti che sono stati purificati ci conducono alla presenza del Divino e dal Divino ci deriva un senso di protezione; il Mantra e’ come uno scudo contro tutto cio’ che e’ negativo e in grado di turbarci.
Se pure nella vostra vita avete sperimentato soltanto timore, paura, solitudine e, in misura limitata, amore e gioia, non disperate perche’, per quanto i vostri sentimenti vengano facilmente feriti, nella vostra eccessiva sensibilita’ risiede uno strumento meraviglioso, sebbene non ancora sviluppato. A mano a mano che tutte le emozioni negative si evolvono in sentimenti piu’ raffinati, scoprirete un cambiamento anche nei vostri concetti di amore e di gioia e vi accorgerete che tale sensibilita’ e’ esattamente cio’ che e’ necessario per entrare nella nuova dimensione di comprensione, lungo il sentiero dell’Autorealizzazione.
La voce puo’ diventare uno strumento con cui esprimere e controllare le emozioni e, se all’inizio non riuscirete a raggiungere le note piu’ alte, perseverando nella pratica scoprirete che la vostra gamma di tonalita’ si va espandendo, noterete che il respiro scorre piu’ facilmente e che la voce diventa uniforme. Inoltre comincerete a sentire l’espressione delle emozioni – ira, delusione, gioia – nella vostra voce.
A volte il vostro canto potra’ essere carezzevole, gentile, intenso, malinconico o rivelare come un senso di abbandono; se canterete in tono sommesso, potrete osservare che tutte le vostre emozioni diventano piu’ gentili, scoprirete che attraverso il canto esse si purificano e si mutano in veri sentimenti che scaturiscono dal cuore. In altri momenti la vostra voce potra’ essere forte e potente, in quanto state riversando in essa tutta la vostra ira e la vostra delusione, le vostre richieste ed esigenze.
Esprimete onestamente a Dio cio’ che sentite, perfino la vostra collera e impazienza nei confronti del Divino per non avervi portati piu’ in fretta vicino alla Luce, ma al tempo stesso imparate quando smettere di manifestare le vostre emozioni, perche’ la vostra pratica non diventi un pretesto per esprimere indulgenza nei propri confronti. Qualora doveste scoprire che le vostre emozioni sono particolarmente difficili da controllare, potrete restituirle al Divino, rivolgendovi a lui su un livello molto personale.
“Perchè, mi hai dato tutte queste emozioni?” – potete chiedere, per esempio. “Perche’ non mi hai dato la forza e la capacita’ di introspezione per gestirle? Voglio che Tu venga qui e faccia qualcosa al riguardo, che Tu apra una porta o tiri indietro una tenda in modo da permettermi di vedere, perche’ mi sto sentendo in questo modo.”
Questa puo’ non sembrare una forma di preghiera, ma lo e’: e’ il riconoscimento del bisogno di aiuto e della disponibilita’ a chiedere a Dio quell’aiuto, con un atteggiamento di umilta’. Nel cantare le vostre emozioni, dalla piu’ negativa alla piu’ elevata, e nel restituirle all’Uno che ve le ha inizialmente donate, voi imparate ad accettare entrambe le parti del vostro essere, la buona e la cattiva, e a trascendere le coppie di opposti da cui state tentando di liberarvi. Incanalando le emozioni verso Dio, sul sentiero spirituale, scopriamo che il Divino accetta la nostra lotta, ci aiuta e ci sostiene nella nostra ricerca dell’Altissimo.
Di per se’, le emozioni non sono una cosa cattiva, ma se si esprimono senza controllo possono risultare estremamente dannose: perfino l’amore, quando non viene condiviso, quando non viene dato liberamente e generosamente, diventa amore di se’ e si ritorce in maniera distruttiva contro l’individuo; mentre, quando sono opportunamente indirizzate, le emozioni diventano una chiara fonte di forza per ottenere grandi risultati. Attraverso il potere delle emozioni gli uomini e le donne hanno superato i loro limiti e raggiunto un piu’ grande scopo nella vita, perche’ le emozioni incanalate attraverso un Mantra diretto al Divino vi possono portare vicino a Dio.
Quando si canta un Mantra le emozioni si esprimono nel respiro e nella voce. Ogni volta che il respiro e’ irregolare significa che le emozioni coinvolte non sono in equilibrio; tale squilibrio permane finche’ le emozioni in questione restano intense, ma poi esse si placano gradualmente e cominciamo a sperimentare quell’armonia che costituisce la nostra meta. Allora, quando cala la quiete, possiamo sintonizzarci con il piu’ vasto ritmo del Cosmo e divenire una cosa sola con esso. Cantare ci aiuta a raggiungere la quiete, in quanto poniamo il respiro e le emozioni sotto controllo: in questi momenti di pace assoluta della mente si sperimenta una beatitudine indescrivibile e, attraverso la ripetizione della pratica, diventa possibile mantenere costante il contatto stabilito con il nostro Io interiore.
E’ triste verificare come la maggior parte delle persone possa concentrarsi soltanto quando si trova in difficolta’, mentre, nei momenti di gioia, la concentrazione si protrae per un attimo soltanto, in quanto chi e’ felice, impegnandosi per mantenere lo stato di beatitudine, in realta’ lo annulla. E’ pero’ possibile usare la capacita’ di concentrarsi in momenti di angoscia, per liberare le proprie emozioni.
“Mi dispiace,” – potete dire – “ma, devo ammettere che sono come un bimbo che non sa neppure camminare: dovete venire a sollevarmi. Se non volete che resti sempre un bambino dal punto di vista spirituale, allora dovete venire ad aiutarmi.”
Arriva il momento in cui chi percorre un cammino di ricerca evolve sino a superare lo stadio infantile, ma per il breve tempo precedente non deve essere troppo orgoglioso di essere come un bambino piccolo e bisognoso agli occhi di Dio.
Cantando il Mantra, gli sbalzi d’umore finiranno con il tempo per essere controllati e la consapevolezza del momento attuale crescera’; l’attenzione e, quindi, l’energia verranno allontanate dagli antichi schemi di pensiero che, come le voci incise in un’audiocassetta, continuano a ripetersi all’infinito, tenendoci legati al passato e al futuro, a immagini spaventose e a fantasie insensate che ci causano quella sofferenza di cui noi stessi siamo origine. Adesso pero’ l’energia sara’ incanalata verso l’Altissimo, in un’affermazione estremamente positiva dell’Io interiore. La capacita’ di concentrarsi e di sopraffare la volonta’ dell’Io vanno di pari passo. All’inizio vi capitera’ di chiedervi, come e’ successo a me, perche’ state seduti a cantare, mentre potreste dedicarvi ad attivita’ piu’ utili e aiutare tante persone. Questi interrogativi affioreranno ricorrenti, quando lotterete con la vostra mente, che vuole impedire al vostro Io Superiore di ottenere il controllo.
Qui “mente” ed “ego” non significano “orgoglio” e “vanita’”; ma, si riferiscono piuttosto al binomio mente-corpo, che domina la vita della maggior parte delle persone. Quando l’Io Superiore viene incoraggiato a esercitare il proprio dominio attraverso la pratica del Mantra Yoga, molti aspetti della personalita’, che hanno governato la vostra vita, divengono improvvisamente evidenti e lottano nel sentirsi minacciati perche’ non vogliono perdere la loro importanza. Attraverso la pratica del Mantra e dello Japa Yoga vi troverete a confronto diretto con l’Io Inferiore, l’ego o il binomio mente-corpo, diventando consapevoli di quegli aspetti della personalita’ che hanno sempre governato e controllato la vostra vita.
Adesso pero’ l’Io Superiore comincera’ ad avere il sopravvento. L’ego, o meglio l’insieme degli aspetti della personalita’ di un soggetto intellettuale, combatte con maggior vigore che non in una persona semplice e ingenua, perche’ quest’ultima e’ in grado di riconoscere il suo errore e di non ricadere in esso, mentre l’intellettuale e’ impegnato a pensare spiegazioni razionali con cui giustificare i suoi errori ed e’ spesso dotato di ben poca umilta’. Uno dei pericoli insiti nel seguire l’Inana Yoga, lo yoga della mente, consiste nel fatto che chi lo pratica tende a guardare dall’alto in basso i praticanti del Bhakti Yoga, lo yoga dell’amore e della devozione, fenomeno che indica soltanto come la mente sia stata usata per generare una vera discriminazione.
Molti swami e yogi indiani mi hanno confessato di sperare nella vita successiva di reincarnarsi come donne, perche’ le donne posseggono la vera devozione, la vera umilta’, in cui risiede il sentiero verso la liberazione.
Per sopraffare l’ego una persona deve praticare la resa ed essere capace di arrendersi al Mantra stesso e all’energia insita in esso, cosa che richiede purificazione. Se non riuscite ad arrendervi, quell’energia alimentera’ l’ego. Molti discepoli si prostrano ai piedi del loro Guru per sviluppare l’umilta’; ma, in effetti, il proselito si prostra davanti allo Spirito Divino, che risiede nel Guru e in tutti noi. Imparare ad arrendersi al Mantra e all’energia del Mantra mette, di per se’, in moto il processo di purificazione, consentendo di affrontare ed eliminare egoismo, glorificazione di se’, autogiustificazione e autogratificazione.
Non permettete che la mente intellettuale vi distragga dal tentare la pratica del Mantra e dello Japa, in quanto dovete praticarli per poterne comprendere gli effetti. Se di notte andate a letto e vi addormentate ripetendo il Mantra, esso rimarra’ probabilmente con voi e vi sveglierete con esso. Non sognerete, a causa del potere generativo del Mantra, che dissolve i problemi e rimuove la tensione derivata dall’eccessiva auto stima e dalla volonta’ dell’ego.
Se vi addormentate con il Mantra stabilirete contatti che elimineranno le vostre acrobazie mentali e verbali relative al concetto di mente, di ego e di Intelligenza Cosmica. A causa del suo effetto sul subconscio, la gente ritiene, a volte, il Mantra una forma di ipnotismo; ma, non e’ possibile ipnotizzarsi e diventare santi, in quanto cio’ creerebbe un profondo conflitto, tale da far impazzire la mente o da riportare il soggetto al suo vecchio modo di vivere. E’ pero’ importante riflettere sull’ipnotismo, perche’, per molti anni, ci siamo ipnotizzati, ponendoci limiti che ci impediscono di vedere e di utilizzare il nostro pieno potenziale.
Attraverso la televisione siamo di continuo bombardati dall’idea che dobbiamo avere un’automobile nuova, o che il nostro corpo secerne odori che devono essere mascherati, e i ricercatori sostengono che semplicemente guardare la televisione pone le onde cerebrali su una frequenza di trance ipnotica. La televisione e’ pero’ soltanto uno degli strumenti ipnotici piu’ noti, in quanto il fatto che durante tutta la nostra vita ci venga ripetuto che dobbiamo avere un buon lavoro, fare soldi e sposarci e’, comunque, ipnotismo.
Anche riguardo alla reincarnazione, dobbiamo constatare che per molte vite ci siamo auto ipnotizzati fino a diventare cio’ che siamo oggi, mediante forti convinzioni, che sono diventate pregiudizi e che ci impediscono di vedere la bellezza e la verita’ del Divino, non soltanto negli altri, ma, anche in noi stessi. Mettendo a fuoco la mente sul nome di Dio e sul potere del Divino all’interno del nostro essere, il canto di un Mantra opera per contrastare questi preconcetti. In effetti, la pratica del Mantra e’ un processo di annullamento dell’ipnotismo, perche’ con essa si raggiungono una maggiore consapevolezza e comprensione, per quanto il procedimento possa essere lento.
Possiamo diventare cio’ che decidiamo di essere e, di conseguenza, se concentriamo un intenso sforzo, energia e potere emotivo per diventare milionari, probabilmente ci riusciremo. La stessa quantita’ di energia puo’ pero’ essere dedicata a diventare Auto-realizzati, e questa e’ una meta che vale l’impegno. Dopo la Realizzazione resta molto poco cui aspirare, mentre dopo che si e’ diventati milionari, si va incontro a tutta una nuova serie di problemi e di desideri: come fare a conservare il denaro, come guadagnarne dell’altro, come trovare amici che ci amino per quello che siamo e non per le nostre ricchezze. Se, pero’, una persona diventa Auto-realizzata, poiche’ e’ capace di vedere il Divino in ognuno, tutti le sono amici. Attraverso l’uso del Mantra si ottiene una piu’ grande sensibilita’ e un affinamento dei sensi, che possono, con il tempo, consentire di vedere con l’occhio interiore e di sentire con l’orecchio interiore.
Quando si sviluppa l’orecchio interiore, si puo’ udire la musica delle sfere: una musica di una tale squisita bellezza che nessuno strumento e nessuna voce umana sono in grado di riprodurla: si puo’ udire il Cosmico AUM. L’impatto e gli effetti di una simile esperienza porteranno un intenso desiderio di cambiamento e di sviluppo. Il Mantra non e’ una pillola magica; ma, piuttosto, un costante flusso d’acqua, che erode gradualmente anche la roccia piu’ dura. Gli immediati risultati del canto sono un aumento dell’abilita’ di concentrarsi, seguito gradualmente dal controllo del respiro e delle emozioni. Piu’ tardi le emozioni saranno raffinate fino a diventare veri sentimenti; ma, la meta piu’ importante del canto e’ la Realizzazione dell’Io.
[ Da: “Mantra” di Swami Sivananda Radha ]
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