Quando dunque fate zazen (meditazione seduta), non c’è alcuna idea di tempo o di spazio. Potreste dire: “Abbiamo cominciato a sedere in meditazione alle sei meno un quarto in questa stanza”. In tal modo avete una certa idea di tempo (le sei meno un quarto) e una certa idea di spazio (in questa stanza). Ma ciò che state effettivamente facendo è semplicemente star seduti e essere consapevoli dell’attività universale. Questo è tutto.
In questo momento la porta che si apre e si chiude si spalanca in una direzione, nel momento seguente la porta che si apre e si chiude si spalancherà nella direzione opposta. Un momento dopo l’altro ciascuno di noi ripete questa attività. Qui non c’è alcuna idea di tempo o di spazio. Tempo e spazio sono tutt’uno. Potreste dire: “Devo fare qualcosa questo pomeriggio”. Ma in realtà «questo pomeriggio’ non esiste affatto. Facciamo le cose una dopo l’altra. Tutto qui. Non esiste affatto un tempo del tipo: “questo pomeriggio” o “l’una” o “le due”. All’una pranzerete. Pranzare è di per sé l’una. Vi troverete in un determinato luogo, ma quel luogo non è scindibile dall’una. Per chi realmente apprezza la vita, si tratta della stessa cosa. Ma se ci stanchiamo della vita, può darsi che ci mettiamo a dire: “Non sarei dovuto venire in questo luogo. Forse avrei fatto meglio ad andare a pranzo da qualche altra parte. Questo posto non va molto bene”. Nella vostra mente create un’idea di luogo separata da un tempo reale.
Oppure potreste dire: “Ciò è male, dunque non devo farlo”. Ma quando dite “non devo farlo”, in effetti in quel momento state facendo un non-fare. Perciò non avete scelta. Quando separate l’idea di tempo da quella di spazio, credete di avere scelta, ma in effetti dovete comunque fare, sia che si tratti di fare qualcosa, sia che si tratti di fare un non-fare. Non-fare qualcosa è fare qualcosa. Bene e male stanno solo nella vostra mente. Quindi non bisogna dire: “Ciò è bene”, oppure: “Ciò è male” Invece di dire ‘male’, dovreste dire ‘non-fare’! Se pensate: “Ciò è male” comincerete a confondervi. Perciò nella sfera della pura religione non c’è confusione di tempo e spazio, oppure di buono o cattivo. Tutto ciò che bisogna fare è semplicemente fare le cose così come viene. Fate! Qualsiasi cosa sia, dobbiamo farla, anche se si tratta di non-fare qualcosa. Dobbiamo vivere in questo momento qui. Perciò quando sediamo in meditazione ci concentriamo sul respiro, e diventiamo una porta che si apre e si chiude, e facciamo qualcosa che dovremmo fare, qualcosa che dobbiamo fare. È questa la pratica zen. In tale pratica non sussiste alcuna confusione. Se adotterete questo tipo di vita non avrete più alcuna confusione di sorta.
[ Da: Shunryu Suzuki-roshi, “Mente zen, mente di principiante“ ]
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