Silenzio condiviso con le parole presenta “Io sono ignorante”. «Il mio preside alle scuole superiori era un matematico e anche se io non ero uno studente di matematica, appena vedevo che era solo, ero solito andare nel suo ufficio per parlare della matematica più avanzata, perché ormai la vecchia matematica di base non è più applicabile alla fisica, alla biologia, alla chimica e alla biochimica, queste discipline stanno andando oltre.
Il preside una volta mi chiese: “Perché non inizi a frequentare le mie lezioni?”. “Non c’è problema”, risposi, “anche se non sono uno studente di matematica, comunque, quando sono libero e lei fa lezione, mi piacerebbe partecipare, se me lo permette. Ma non se la prenda se poi la disturbo, infatti, non me ne starò in silenzio, sarò vivo!”. “Cosa intendi”, chiese, “per ‘essere vivo’?”. “Proprio ciò che significa”, gli spiegai, “ovvero che sono vivo. Me ne dia la possibilità e glielo mostrerò.”
Ero sempre interessato a molte cose, e cercavo di scoprire se erano fondate su un’effettiva conoscenza oppure se erano soltanto ipotesi, perché se erano delle ipotesi, non erano davvero verità, ma semplici conoscenze pratiche, utili e convenienti. La geometria euclidea, per esempio… questo era ciò che stava spiegando il primo giorno in cui mi permise di partecipare… Ebbene, anche un bambino è in grado di accorgersi che le definizioni euclidee sono sbagliate. Euclide afferma: “Una linea ha una lunghezza, ma non una larghezza”. Ma, senza una larghezza, come fa a esserci una linea? È così semplice che per capirlo non occorre essere un matematico…
Io non sono un matematico e ancor meno lo ero a quei tempi, ma dissi al professore: “Ciò che sta dicendo – ovvero che ha lunghezza, ma non larghezza – è una sciocchezza, ha una larghezza! Provi a disegnare sulla lavagna una linea che abbia solo una lunghezza, ma non una larghezza, allora accetterò la sua ipotesi”. “Ora capisco”, commentò, “cosa intendevi con ‘essere vivo’. Ho frequentato corsi di specializzazione postlaurea, ma questa domanda non mi è mai venuta in mente! Euclide dice così e lo si insegna in ogni scuola, in ogni college, in ogni università, perciò non ci ho mai riflettuto… Ma forse hai ragione; lo vedo, in effetti c’è…”. “Si tratta di una cosa misurabile”, aggiunsi, “anche mentre sta disegnando una linea sulla lavagna con il gesso lei continua ad affermare che non ha una larghezza. Ed Euclide dice inoltre che il punto non possiede né lunghezza né larghezza. Ma, com’è possibile? Può darsi che abbia una lunghezza davvero infinitesimale e una larghezza veramente minuscola, ma non significa che queste dimensioni siano nulle.
Occorre solo una lente d’ingrandimento per vederle, mi aspetti, faccio una corsa nel laboratorio di chimica a prenderne una, per poterglielo mostrare!”. “Non serve”, disse, “riesco a comprenderlo anche così; ma, adesso, cosa potrò mai insegnare? Euclide è spacciato, visto che queste sono le sue definizioni di base!”. “Deve solo accettare una cosa, che si tratta di semplici ipotesi pratiche, e non di verità.” Dunque, rispetto a qualsiasi conoscenza, devi capire se si tratta solo di un’ipotesi utile alla vita, oppure di una verità che davvero conosci, che hai percepito e che hai sperimentato. Se è soltanto un’ipotesi, mettila da parte e proverai la sensazione di liberarti da un peso; metti semplicemente da parte tutte le ipotesi, tutto il sapere preso a prestito che hai accumulato e ti porti dietro, stai trascinando un peso così enorme che ti sta schiacciando! Mettilo semplicemente da parte…
Sii ignorante; accetta di essere ignorante, e partendo da lì puoi iniziare la ricerca. Ogni bambino viene inevitabilmente caricato di pesi; spero che un giorno non sarà più così, perché in effetti non ce ne sarebbe alcun bisogno. Quando insegni Euclide, potresti semplicemente spiegare che non si tratta della verità, ma soltanto di un’ipotesi, con questa ipotesi diventa facile capire il triangolo, il cerchio e altre cose; ma si deve ricordare che alla base di tutto questo c’è un’ipotesi e che l’intero palazzo è a sua volta ipotetico. Allo stesso modo, anche il tuo Dio è un’ipotesi e l’intera piramide della teologia si fonda soltanto su quell’ipotesi. Se cominci a riflettere sulle cose, non occorre una grande intelligenza, tutto ciò che serve è un occhio innocente che possa vedere.
Il preside mi chiamò nel suo ufficio e disse: “Non tornare più alle mie lezioni, perché adesso, mi sarà difficile interagire con quei ragazzini. Mi hanno visto come un ignorante, mentre fino a quel momento per loro rappresentavo un’autorità e tu l’hai distrutta.” A modo suo era comunque un uomo sincero, aggiunse infatti: “Io posso anche essere comprensivo, ma non fare una cosa del genere con un altro insegnante, perché potrebbe non mostrarsi affatto comprensivo. Adesso capisco perché su di te arrivano così tante lamentele, che ti dipingono come una fonte di disturbo! In questo caso non è stato un disturbo. Mi hai aperto gli occhi e non sarò mai più in grado di essere lo stesso di prima; ma ciò che mi lascia davvero perplesso è che non ci avevo mai pensato e accettavo semplicemente questa cosa”.»
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