Guardiamoci da un eccesso di semplificazione. Sedendo, sviluppiamo due, tre, quattro aspetti della pratica. Sedere in profonda concentrazione va molto bene ma, se non stiamo attenti, potremmo usare la concentrazione come una fuga dalla vita. Il potere che si acquisisce può venire utilizzato in modi molto gretti. La concentrazione, è solo un aspetto della pratica, su cui non ci soffermeremo ma che bisogna sviluppare.
Un altro aspetto è la Vipassana (la mia preferita) in cui osservate, osservate e osservate. È utilissima, e la ritengo la pratica migliore e fondamentale. Il rischio è che diventiamo troppo impersonali, come per un certo periodo accadde anche a me. Non rispondevo più a niente, mi ero trasformata in una specie di macchina per osservare. È un rischio della Vipassana. Esistono molte pratiche, ognuna con la sua validità e i suoi rischi. Lo stesso vale per certe psicoterapie. La crescita di un essere umano verso quella che definirei una persona equilibrata, saggia e compassionevole non è così semplice.
(Da: Charlotte Joko Beck, “Zen quotidiano“)
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– https://en.wikipedia.org/wiki/Joko_Beck