«Vedete, ci sono molte forme di paura, sia fisiche che psicologiche, paure psicosomatiche. Si può avere paura del buio, fisicamente, o si può aver paura della propria moglie o marito, o di quello che il pubblico dice o pensa o fa. O si può aver paura di questo senso di solitudine, o del vuoto della vita, la noia di condurre una vita priva di significato. O si può aver paura del futuro, il domani, l’incertezza, l’insicurezza, la distruzione.
O si può aver paura della morte, la fine della propria vita. Pertanto ci sono svariate forme di paura, sia nevrotiche che sensate, paure razionali; se la paura può mai essere razionale o sensata. Ma la maggior parte di noi, apparentemente … è nevroticamente intimorita sia dal passato, sia dal presente che dal futuro; la cose che abbiamo fatto in passato, o i problemi di salute che si sono avuti in passato con tutto il loro dolore, e tormento, e il desiderio di non doverlo più ripetere, e si ha paura di questo, del futuro …
Si ha paura del tempo, di invecchiare, diventare rimbambito, dipendente da un altro. Quindi c’è la paura del tempo, la paura del passato e del futuro. E questa paura della solitudine, della morte, dell’opinione pubblica, del non conformarsi, di non essere in grado di farcela, di non essere in grado di realizzare, di non diventare qualcuno in questo mondo stupido e così via. Ci sono moltissime paure, non solo paure consce, la paura della quale si è coscienti, ma ci sono anche paure in profondità, ignote, inesplorate, nei profondi recessi della propria mente.
Così il problema è, non solo come affrontare le paure coscienti, come pure quelle che sono nascoste, la paura del tempo, di ieri, delle cose che si sono fatte, la ripetizione di quella sofferenza, del domani, l’incertezza, l’insicurezza, sia psicologica che fisica. E ci sono le paure della solitudine, … e di fuggire da quella solitudine. Sicuramente la paura è un movimento che si allontana da “ciò che è”, la fuga, l’evasione, sfuggire … da ciò che è realmente. Il movimento, l’allontanamento, porta alla paura. E nessuno di questi problemi di paura può essere risolto con la volontà, dicendo a noi stessi “Non avrò paura”.
L’atto della volontà non ha senso. E cos’è la paura? Ieri avete avuto dolore, è evidente, lo avete avuto. O c’è qualche speranza che domani non si ripresenti. Così c’è la paura di ieri e c’è paura di domani. Come si è arrivati a questa paura? Voi vi state ponendo questa domanda, non io. In questo modo state lavorando sodo. Ho provato dolore ieri, logicamente … e c’è il ricordo di ciò e non lo vogliamo ripetere domani. Com’è arrivata la paura a tutto ciò? Pensando al dolore provato ieri, pensando, il ricordo del dolore passato proietta la paura del domani, di provare ancora dolore in futuro. Così il pensiero provoca la paura. Giusto? No? State seguendo?
Il pensiero provoca la paura, genera la paura, e inoltre il pensiero coltiva il piacere. Per comprendere la paura dovete anche comprendere il piacere, perché sono in relazione, senza comprendere l’uno non potete comprendere l’altro, ovvero, non potete dire, “Devo provare solo piacere e non paura”, perché la paura è l’altra faccia della medaglia chiamata piacere. Giusto? Stiamo seguendo insieme? Dunque, ieri si è provato piacere, [ … ] [ segue nel filmato ]»
Krishnamurti parla della paura, in tutte le sue forme, e di come vincerla. Ho estrapolato diversi frammenti di un discorso più ampio di Krishnamurti, ottenendone un’insegnamento specifico prezioso.
– Jiddu Krishnamurti –
– Jiddu Krishnamurti (amazon)
– Krishnamurti (macrolibrarsi)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Jiddu_Krishnamurti
– Aforismi di Jiddu Krishnamurti su Meditare.it