Comprendere come riuscire a mantenere una certa distanza dalle sensazioni evitando di identificarsi supinamente, se non inconsciamente, coi pensieri che suscitano è un buon primo passo verso la meditazione.
«Vedete una bella macchina, la toccate, ne ammirate la forma e la struttura. Da quello nasce la sensazione e poi interviene il pensiero a dire: “Quanto mi piacerebbe avere quella macchina, come sarebbe bello mettermi al volante e guidarla!” Quindi, che cosa è successo? Il pensiero è intervenuto e ha dato forma alla sensazione. Il pensiero ha dato alla sensazione l’immagine di voi seduti alla guida di quella macchina. In quel momento, in quel preciso istante in cui il pensiero crea l’immagine di voi alla guida della macchina, nasce il desiderio.
Il desiderio nasce quando il pensiero dà forma e immagine alla sensazione. La sensazione è la modalità dell’esistenza, fa parte della vita. Ma noi abbiamo imparato a reprimerla, a vincerla o a vivere con il desiderio e tutti i suoi problemi. Se comprendete, non intellettualmente ma nei fatti, che quando il pensiero dà forma alla sensazione, in quell’istante nasce il desiderio, allora sorge la domanda se sia possibile vedere e toccare la macchina – che è sensazione – ma non permettere al pensiero di creare l’immagine, e quindi di mantenere una distanza.»
(That Benediction is Where You Are, p 54)
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