Uno dei malintesi più ricorrenti tra coloro che meditano è credere che la natura sia qualcosa di avulso dalla propria coscienza. L’esplorazione del proprio sé più intimo, del sostrato interiore, non può prescindere dalla contemplazione silente delle forme tangibili.
Credere di essere interdipendenti, pensare che la vita sia essenzialmente unità, intuire che non siamo aride isole separate, ma elementi attivi di un contesto complessivo, da una parte, e constatarlo concretamente, tangibilmente, dall’altra, sono due circostanze del tutto complementari. Meditare sulla natura, anche se in questo caso solo mediante un filmato, è imprescindibile perché la natura è anche la nostra stessa coscienza.
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Anche perchè in fondo anche noi siamo “natura”.