Si parla così spesso di meditazione che si dimentica altrettanto sovente quale ne sia l’essenza, ciò che sta alla base di ogni metodo. Donde si parte, ovverosia quel che si raggiunge. Risveglio? Proseguiamo sulla via. Raffiguriamola come un cerchio ideale. Ci ritroveremo infine, dopo aver conosciuto o persino esperito la miriade dei mondi virtuali reinventati e immaginati dalla mente, nello stesso luogo e nel medesimo tempo da cui siamo partiti. Si, ma con più consapevolezza.
Mi viene in mente una breve conversazione avvenuta fra il Buddha e un filosofo del suo tempo: «Ho sentito dire che il buddismo è una dottrina del risveglio. Qual è il vostro metodo? In che cosa vi esercitate in ogni giorno?».
«Camminiamo, mangiamo, ci laviamo, ci sediamo». «Che cosa c’è di tanto speciale in questo? Tutti camminano, mangiano, si lavano e si siedono…». «Signore, quando camminiamo, noi siamo consapevoli che stiamo camminando; quando mangiamo noi siamo consapevoli che stiamo mangiando…. Quando gli altri camminano, mangiano, si lavano, o si seggono, in genere non sono consapevoli di ciò che stanno facendo».
(Thich Nhat Hanh)
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