Silenzio condiviso con le parole presenta “Io non sono un insegnante”.
Io non sono un insegnante, io non ti insegno assolutamente nulla. Io non sono un ponte tra te e la Bibbia, tra te e la Gita, tra te e il Corano; io non sono neppure un ponte tra te e Dio, niente affatto! Io non ti sto dando un insegnamento, un dogma, un credo, una filosofia, una teologia. Dunque, comprendi la differenza tra un insegnante e un maestro.
Nelle vecchie religioni gli insegnanti sono chiamati maestri; essi sono semplici insegnanti, conoscono l’insegnamento. Quell’insegnamento è stato passato loro da altri insegnanti; loro lo passeranno a te. Non hanno fatto alcuna esperienza e attraverso il loro insegnamento, non sperimenterai nulla neppure tu. Quelle sono solo parole bellissime e possono darti consolazione, illuderti di sapere. Un maestro prima di tutto non è un insegnante. Un maestro condivide con te il suo essere, non la sua filosofia. Un maestro si manifesta a te, ti permette intimità, così che tu possa vedere il tuo volto nel suo specchio. Un maestro è precisamente uno specchio. Lui non fa mai nulla al discepolo. Lascia che lo sottolinei: un maestro non è qualcuno che fa; infatti, se io iniziassi a farti qualcosa, potrei danneggiare il tuo essere. Potrei fornirti una maschera, una disciplina, e potrei cambiarti in qualcos’altro che tu non sei. Il maestro non lo può fare. L’insegnante lo fa! Ti dà un insegnamento, ti insegna una disciplina e poi la inculca a forza tramite l’avidità, la seduzione, la paura, ogni mezzo è lecito! Tenta di adattarti a un modello: come dovrebbe essere un cristiano, come dovrebbe essere un buddista. Esistono trentatremila regole per un monaco buddhista. Io non penso che potrei ricordare trentatremila regole, che dire del riuscire a rispettarle, non potrei neppure ricordarle!
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