Un altro modo per apprezzare l’apertura naturale, l’ampiezza infinita della nostra mente simile al cielo, è pensare a un momento preciso in cui avete provato rabbia, quando qualcuno ha detto o fatto qualcosa che non vi è piaciuto, un momento in cui avreste voluto saldare i conti, vendicarvi o sfogarvi.
Ora chiedetevi: cosa sarebbe successo se foste riusciti a fermarvi, respirare profondamente, e rallentare l’intero processo?
Vi potete collegare con l’apertura naturale subito, lì per lì. […] In quel momento, quando ci soffermiamo, spesso la nostra intelligenza naturale viene in nostro soccorso. Abbiamo il tempo di riflettere: perché mai vogliamo assolutamente fare quella telefonata scortese, dire quella parola meschina o, a causa di questo, bere alcol, fumarci della roba, ingozzarci o fare cose simili?
E’ innegabile che vogliamo farlo perché in quello stato alterato crediamo di trovare sollievo. Sul momento sentiremo un’apparente soddisfazione, sentiremo un certo benessere. Ma perché non fermarci e chiederci: “Alla fine mi sentirò davvero meglio?”.
Permetterci quell’apertura, quello spazio, dà alla nostra intelligenza naturale la possibilità di dirci quello che già sappiamo: che alla fine non è vero che ci sentiremo meglio.
E come facciamo saperlo? La risposta, che ci crediate o no, è che quella non è la prima volta che restiamo intrappolati nello stesso impulso, nella stessa strategia del pilota automatico.
Se chiedessimo un po’ in giro, probabilmente la maggior parte delle persone ci direbbe che nella loro esperienza di vita l’aggressività ha sempre generato aggressività, aumentando la rabbia e la malevolenza anziché portare pace.