La meditazione mindfulness è una pratica di derivazione buddista che permette di aumentare la nostra consapevolezza, e lo fa attraverso esercizi specifici che portano l’attenzione al momento presente, nel qui e ora, e in modo non giudicante. Lo scopo finale è di diventare più consapevoli e raggiungere uno stato di benessere: smettendo di essere critici verso noi stessi e ciò che ci circonda, dovremmo riuscire a controllare e gestire pensieri negativi, emozioni e sensazioni che potrebbero portarci alla sofferenza. Ma scopriamo di più sulla mindfulness: cos’è, a cosa serve e come praticarla.
Mindfulness: storia e significato
Mindfulness è la traduzione inglese della parola “Sati” che, nella lingua Pali – lingua indiana utilizzata nel Buddhismo – è legata all’espressione “attenzione consapevole”, facendo quindi riferimento al grado di consapevolezza che si può raggiungere attraverso la meditazione. Questa pratica deriva dal buddismo, anche se non ha una connotazione religiosa, ed è legata anche allo yoga e allo zen. Il modello di meditazione mindfulness che oggi conosciamo, è stato creato negli anni Settanta da Jon Kabat-Zinn, un medico statunitense che sottopose a questa pratica alcuni suoi pazienti afflitti da malattie croniche, per ridurre il dolore fisico. Il programma da lui strutturato è chiamato MBSR (mindfulness-based stress reduction), diffuso tutt’oggi. Negli anni la mindfulness ha suscitato interesse in molti psicologi, permettendo così di sviluppare diversi protocolli, adatti a diverse patologie come ansia, stress, disturbi alimentari, depressione. Questa tecnica si è poi diffusa velocemente, perché funziona in tempi brevi, se eseguita alla perfezione: alcuni protocolli prevedono circa 8 sedute distribuite nell’arco di 3 mesi, oltre ad esercitazioni a casa.
Cos’è la mindfulness (e cosa non è)
La mindfulness è quindi legata alla consapevolezza di sé nel presente, nel qui e ora, prestando attenzione alla realtà che ci circonda in modo oggettivo e distaccato, ma soprattutto in modo non giudicante. Attraverso una serie di pratiche di meditazione, la mindfulness, dovrebbe portarci ad essere più consapevoli di noi stessi e dei nostri pensieri. Acquisendo la corretta visione della realtà, nel momento presente, possiamo quindi eliminare la sofferenza: tutti i pensieri negativi, ad esempio, saranno visti per ciò che realmente sono, e cioè come prodotti della nostra mente, che possiamo controllare.
È importante però chiarire anche cosa non è la mindfulness, per evitare equivoci. Non si tratta di una tecnica di rilassamento: anche se parliamo di meditazione, infatti, rilassarsi non è il fine ultimo di questa pratica. Bisogna viverla in modo graduale, per ritrovare un benessere psico-fisico, che non deve per forza passare attraverso sensazioni di relax. La mindfulness, inoltre, non è una via di fuga o assenza di pensieri, ma si basa sulla pazienza, l’accettazione e il lasciar andare: se durante questa pratica meditativa arrivano pensieri insistenti, bisogna farli fluire, senza bloccarli.
A cosa serve?
Ma a cosa serve la mindfulness? E quali sono i suoi benefici? Come abbiamo visto, lo scopo della mindfulness è quello di raggiungere uno stato di consapevolezza di noi stessi, dei nostri pensieri ed emozioni nel presente, in modo intenzionale ma non giudicante. Questo distacco ci aiuterebbe ad accettare noi stessi e ciò che ci circonda. Troppe volte, infatti, tendiamo a giudicarci e criticarci per ciò che ci succede, creando situazioni di malessere. Attraverso la mindfulness impareremo a guardare i pensieri negativi con distacco, valutandoli semplicemente come prodotti della nostra mente, che possiamo controllare. Ciò può essere utile, e apportare benefici in caso di stress, sensazioni negative sorte dopo traumi, shock, periodi delicati della propria vita, ed è un valido aiuto anche nella gestione del dolore, permettendo un controllo maggiore sul proprio corpo. La midfulness viene infatti utilizzata come strumento nel settore medico-terapeutico, per supportare la medicina tradizionale, e migliorare lo stato emotivo dei pazienti.
Come praticare la mindfulness e gli esercizi per cominciare
Le tecniche di mindfulness che si apprendono nei corsi specifici sono abbastanza semplici, perché si basano sull’ascolto della respirazione e delle sensazioni suscitate dal nostro corpo. Si tratta comunque di una pratica che può aprire anche a stati interiori più profondi, in quando mira al raggiugimento di una maggiore consapevolezza. Per questo è importante cominciare con un operatore esperto e praticare poi gli esercizi anche a casa.
Un esercizio base della mindfulness è quello che si concentra sulla respirazione: sedetevi a gambe incrociate, con la schiena dritta e gli occhi chiusi e cominciate a inspirare con il naso e ad espirare lentamente con la bocca, in modo da far durare ogni ciclo 6 secondi. Lasciate fluire i pensieri e focalizzatevi sulle sensazioni fisiche che provate. Cominciate con 10 minuti al giorno, diviso anche in due volte.
Un altro esercizio è invece legato all’ascolto: mettete le cuffie e ascoltate una canzone che non conoscete. Chiudete gli occhi e non fatevi condizionare dal genere di musica o dal fatto che vi piaccia o meno, ma fatevi coinvolgere senza giudizi. Dovete immergervi nell’ascolto dimenticando la vostra capacità critica. Se riuscirete a concentrarvi solo sulla canzone, allora avrete raggiunto lo scopo dell’esercizio.
(Redazione Donna x donna.fanpage.it)
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– Fonte
– https://www.fanpage.it