Nelle lunghe età trascorse, il rapporto dell’uomo con gli animali è stato di natura interamente fisica. Essi lo assalivano quando ancora non era che un uomo-animale poco diverso da loro. Spesso si dimentica che lo sviluppo umano ebbe una fase in cui gli uomini-animali e le forme animali allora esistenti vivevano in rapporto molto più stretto di oggi.
Era il solo fatto dell’individualizzazione a distinguerli. Essa era del resto così poco realizzata, che la differenza fra l’animale privo di mente (così chiamato) e l’umanità ancora nella sua infanzia era appena apprezzabile. In quelle epoche remote trapelavano molte cose che ora sono andate perdute nel cupo silenzio del passato. Il mondo animale era allora assai più potente di quello umano, gli uomini erano impotenti di fronte agli assalti degli animali e le devastazioni perpetrate a danno dei primi uomini-animali verso la metà dell’epoca Lemure furono terribili e spaventose. Piccoli gruppi di nomadi venivano distrutti uno dopo l’altro, età dopo età, dalla potente vita animale d’allora e, sebbene l’istinto guidasse l’uomo-animale a prendere certe precauzioni, si trattava pur sempre di un istinto poco diverso da quello dei loro nemici. Ci vollero millenni perché l’intelligenza e l’astuzia umana cominciassero ad affermarsi e l’umanità divenisse più potente degli animali e, a sua volta, portasse la devastazione nel loro regno. Duecento anni or sono, il numero delle vittime umane cadute per opera degli animali nelle foreste dei continenti occidentali, in Africa, nelle terre selvagge dell’Australia e nelle isole tropicali, era ancora incalcolabile. Sono cose che nell’atmosfera sentimentale del momento sono spesso dimenticate, ma spiegano la crudeltà dell’uomo nei confronti degli animali. Non è che un rapporto karmico inevitabile che va smaltendosi. (…)
(Psicologia Esoterica – Maestro DK/Alice Bailey)
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