JK “Un uomo intelligente è un uomo perfettamente vacante, non ingombrato, che affronta le situazioni con questa vacuità non lasciando in nessun caso intervenire la memoria o il bisogno di sicurezza. Il suo spirito è sempre vigile, e si piega alle varie circostanze della vita. Questa, a mio avviso, si può chiamare intelligenza.”
Ho fatto questa domanda perché si sente dire spesso che l’intelligenza è un ostacolo, o si dovrebbe dire l’intellettualità che è tutt’altra cosa?
JK “Si, si confonde spesso l’intelligenza con il sapere. In realtà la persona intelligente è una persona completamente vacante. Invece di impiegare le sue energie ad accumulare cognizioni, dirige la sua attenzione verso qualcosa di totalmente ignoto. Essa è aperta verso questo Ignoto. Tuttavia, quando si comincia a procedere in questo modo si può avere all’inizio una specie di vertigine. Non si è troppo sicuri di sé, e non si osa ancora abbandonare ciò che si è accumulato perché interviene una preoccupazione di sicurezza.
A poco a poco però ci si accorge che questa sicurezza assoluta, questo dominio perfetto di ogni situazione non possono essere raggiunti che attraverso la soglia di una vacuità e disponibilità totali, che rendono impossibile ogni fissazione o valutazione. Solo l’intuizione della non-dualità trasforma il terreno individuale. Ogni altra esperienza apporta una modificazione passeggera e illusoria, capace di attenuare certi stati, ma, ripeto, incapace di trasformare veramente. Il mentale non ha alcuna presa sul mentale; occorre trascenderlo per cambiare realmente.“
Andare al di là del mentale, intende?
Jean Klein, “Cioè a dire, essere il Sè.”
– Jean Klein –