“Se desidero conoscere me stesso, è necessario prima di tutto che la mia mente sia capace di osservare senza distorsioni. […] Devo convincermi delle deviazioni […] che mi impediscono di osservare me stesso: questo tipo di osservazione è l’inizio della conoscenza di sé.
Io vorrei fare piena esperienza di ogni pensiero e sentimento che è al mio interno, ma la mia “attenzione” vaga senza sosta. […] Con questo movimento continuo, non posso scoprire il significato profondo dei pensieri e dei sentimenti. Le mie reazioni devono rallentare: ma come? Non è qualcosa che può venire imposto […]. Tuttavia, quando mi concentro per vedere, questo atto in sé diminuisce la velocità della reazione. […] C’è un istante, prima che compaia la reazione, in cui posso veder sorgere pensieri e sentimenti. Li vedo come eventi, come ‘fatti’. Per la prima volta comprendo cos’è un ‘fatto’: qualcosa che non posso cambiare, che non posso evitare, qualcosa che è. È vero! Se il mio solo interesse è vedere, non intervengo, e appare allora il significato reale di questi pensieri e sentimenti. La verità diventa estremamente potente, per me. In questo stadio la mia conoscenza è scomparsa: esiste solo la ricerca. […]
Vedere non è un’idea: è un atto, l’atto di vedere. […] È un atto completo, un’esperienza che può verificarsi solo se non c’è separazione tra ciò che vede e ciò che viene visto, se non c’è alcun punto di vista da cui avvenga l’osservazione. Sorge allora un sentimento molto particolare, un desiderio di conoscere. È un affetto che abbraccia tutto ciò che vedo e a nulla è indifferente. Ho bisogno di vedere. Quando comincio a vedere, comincio ad amare quel che vedo. Non più separato, sono in contatto con quel che vedo, intensamente, totalmente. Conosco, e questo conoscere è il risultato di questa nuova condizione. Mi risveglio a ciò che sono e tocco la sorgente del vero amore, una qualità dell’essere. […]
Sento la necessità di vedere, un sentimento completamente diverso dal voler cambiare perché ieri mi sentivo meglio. Poi, poco a poco, le tensioni corporee si allentano da sole. La mente vede senza cercare un risultato e il corpo si apre a una qualità differente. L’energia si libera e appare una realtà interna. Non c’è più contraddizione. Vedo, solo questo… soltanto, vedo. […]
Non c’è tempo per formulare, per dare un nome o per giudicare. Non c’è più il pensiero. La mente si fa quieta e sensibile: estremamente viva, ma quieta. Vede senza distorsioni. […] L’ordine nasce dalla comprensione del disordine. Essere disordine e, al tempo stesso, essere presenti al disordine, porta a conoscere una possibilità diversa, un diverso ordine delle cose”.
(Da: “La Realtà dell’Essere” – Jeanne de Salzmann)
– Jeanne de Salzmann (amazon)
– Jeanne de Salzmann (macrolibrarsi)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Jeanne_de_Salzmann
– Fonte