«Si può definire la semplicità come lo sforzo di orientare sempre il pensiero verso la vetta. Perché è sulla vetta che regna l’Uno, lo spirito. Lontano dalla sommità, non si ha una visione chiara delle cose, non si domina la situazione e tutto si complica. È la natura inferiore dell’uomo a creare queste complicazioni.
Nell’obiettivo di soddisfarsi, essa lo spinge a disperdersi alla superficie delle cose. Per un momento forse troverà quel che cerca, ma disperdendosi nella materia per accumulare beni e moltiplicare i piaceri, si limita interiormente.
Nella Divina Commedia, Dante descrive l’Inferno come un cono rovesciato, e quell’immagine corrisponde a una realtà. Più un essere, con la sua condotta, si allontana dall’Uno – simbolicamente il vertice di un cono diritto –, più si condanna a scendere nelle profondità del cono capovolto, e lì subire tutte le limitazioni. Soltanto chi cerca di semplificarsi salendo verso la vetta sente aumentare in se stesso le possibilità di spostarsi, di creare e di esprimersi liberamente.»
(Omraam Mikhael Aivanhov)
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