Il Buddha diceva spesso che molti confondono il desiderio con la felicità. Prima di diventare un monaco, il Buddha era stato cresciuto da principe e aveva assaporato una vita piena di desideri da soddisfare; le sue parole, dunque, venivano dall’esperienza. Disse che la vera felicità si trova in una vita con pochi desideri e poche proprietà, e con il tempo per godersi i tanti miracoli che avvengono in noi e intorno a noi.
Provare desiderio significa essere intrappolati in una brama non salutare. Quando la mente desidera, siamo consapevoli della presenza di quello stato mentale: “Questa è la mente che vuole la ricchezza”, “Questa è la mente che vuole la fama”.
Quando la mente non desidera è importante osservare che la mente del desiderio non è presente: “Questo è il senso di agio che si accompagna all’assenza di una mente che desidera la ricchezza”, “Questo è il senso di agio che si accompagna all’assenza di una mente che desidera la fama” eccetera.
Osservando quei momenti liberi dal desiderio possiamo provare felicità, agio e pace. L’assenza di desiderio è la condizione essenziale che rende possibile il senso di gioia, pace e agio che deriva da una vita vissuta in semplicità.
“Semplicità” significa avere pochi desideri, essere appagati da una vita semplice e con poche proprietà. L’assenza di desiderio è la base della vera felicità, perché nella vera felicità devono esserci elementi di pace, gioia e agio.
(Da: Thich Nhat Hanh, “Rilassarsi in consapevolezza“)
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– Thich Nhat Hanh su wikipedia
– EsserePace.org – Thich Nhat Hanh