Sono le tre ardue discipline dell’attenzione, dell’espulsione e dell’interruzione del flusso.
La prima, la pratica dell’attenzione, consiste nel riconoscere le emozioni negative non appena si presentano, e all’inizio è effettivamente difficile avere la consapevolezza sufficiente per riuscirci. Non appena un’emozione si manifesta, bisogna poterla identificare come avversione, attaccamento o ignoranza.
Una volta riconosciute le emozioni, la seconda pratica consiste nell’espellerle usando gli antidoti, e anche questo non è facile. Se anche l’emozione che ci avvolge fosse incredibilmente forte, tanto da farci sentire impotenti, bisognerà affrontarla e chiedersi: “Dove sono le sue armi, dove sono i suoi muscoli, dov’è il suo grande esercito, il suo potere politico?”. Ci renderemo conto, allora, che le emozioni non sono altro che pensieri privi di sostanza, vuoti per natura; esse non provengono da nessun luogo, non restano in nessun luogo e non vanno da nessuna parte.
Quando siamo in grado di respingere in questo modo le emozioni, possiamo “interrompere il flusso”. Questo significa che, sulla base dell’antidoto descritto, le emozioni negative scompaiono come un uccello che passa in cielo, ovvero senza lasciar traccia.
Queste sono le tra pratiche in cui impegnarsi con grande ardore.
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