Per me la meditazione non è solo un esercizio statico. Correre camminare, nuotare e persino immergermi consapevolmente nel lavoro mi consentono poi di ritrovare la dimensione giocosa della vita sino a percepirne quella silente. In realtà tali “dimensioni” sono tutt’uno, lo so, ma se invece di comprenderlo solo teoricamente riuscissimo pure a sperimentarlo …
Correre, camminare, nuotare – Osho
«È facile e naturale essere all’erta mentre si è in movimento. Quando siedi in silenzio senza far nulla è naturale cadere addormentato. Quando sei sdraiato a letto è difficilissimo stare all’erta, perché l’intera situazione concilia il sonno. Ma in movimento, è ovvio che non ti puoi addormentare, la tua attenzione è maggiore: l’unico problema è dato dalla possibilità che il movimento diventi meccanico.
Impara a fondere insieme il corpo, la mente e l’anima. Scopri situazioni in cui riesci a funzionare come un’unità.
A chi corre, accade spesso. Forse non hai mai considerato la corsa una meditazione, ma a chi corre è accaduto spesso di fare una straordinaria esperienza di meditazione. E ne è rimasto sorpreso, perché non ci pensava nemmeno: chi immaginerebbe che correndo può avere un’esperienza di Dio? Ma è successo. E oggi la corsa diventa sempre di più un nuovo tipo di meditazione.
Correndo, può succedere. Se qualche volta hai corso, se ti piaceva correre al mattino presto, quando l’aria è fresca e frizzante e il mondo intero sta uscendo dal sonno e si risveglia … correvi e il tuo corpo funzionava a perfezione, l’aria fresca, il mondo rinato a nuova vita, appena uscito dall’oscurità della notte, intorno a te tutto era un canto, e ti sentivi più che mai vivo … e viene un momento in cui colui che corre scompare e resta solo la corsa. Il corpo, la mente e l’anima iniziano a funzionare insieme e all’improvviso si sprigiona un orgasmo interiore.
Casualmente i corridori hanno sperimentato a volte « la quarta dimensione », turiya, anche se, probabilmente, non l’hanno capito; avranno pensato che la corsa era la causa di quel momento di gioia: era una giornata stupenda, il corpo era in perfetta forma e il mondo era meraviglioso, era solo uno stato d’animo. Non ci fanno caso, ma se ci facessero caso, sostengo per esperienza personale che un corridore può avvicinarsi alla meditazione piu di chiunque altro.
Il podismo – jogging – può essere utilissimo, nuotare può essere molto utile. Sono tutte attività che dovrebbero essere trasformate in tecniche di meditazione.
Lascia perdere le vecchie idee sulla meditazione, per cui solo sedere sotto un albero in posizione yoga è meditare. Questa è solo una delle possibilità, e può essere adatta ad alcune persone, ma non a tutti. Per un bambino non è meditazione, è una tortura. Per un giovanotto che sprizza vitalità è repressione, non è meditazione.
Mettiti a correre al mattino. Inizia facendo un chilometro, poi passa a due e arriva almeno fino a cinque. Mentre corri usa tutto il corpo. Non correre come se fossi chiuso in una camicia di forza. Corri come un bambino, usando tutto il corpo – mani e piedi – e corri. Respira profondamente dalla pancia. Poi siedi sotto un albero, riposa, suda e lasciati rinfrescare dalla brezza del mattino; avverti la pace che è in te. Questo ti aiuterà moltissimo.
Prova anche a restare in piedi senza le scarpe avvertendo la frescura, la dolcezza, il calore della terra. Cerca di percepire qualsiasi cosa la terra sia pronta donarti in quel momento, e lasciala scorrere in te. Lascia che le tue energie fluiscano nella terra. Entra in comunione con la terra.
Se sei collegato alla terra, sei collegato alla vita. Se sei in armonia con la terra, sei in armonia col tuo corpo. Se sei collegato alla terra, diventerai sensibilissimo e ti centrerai: non hai bisogno d’altro.
Non diventare mai un corridore professionista; rimani un dilettante, cosi la tua attenzione si conserverà intatta. Se ti accade di sentire che la corsa è diventata meccanica, abbandonala. Prova col nuoto. Se anche questo diventa automatico, danza. Ricorda sempre che il movimento non è altro che una situazione per creare consapevolezza. Finché crea consapevolezza, è un’ottima tecnica. Quando non favorisce più la tua consapevolezza, non ha più alcuna utilità, sostituiscilo con un’altra forma di movimento che ti riporti alla tua attenzione. Non permettere mai che un’attività diventi automatica.»
[Da: Osho – Il libro arancione. Tecniche per il risveglio della consapevolezza (macrolibrarsi) – (amazon)]
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