«Per lungo tempo l’incenso è stato riservato alle chiese, ma ai nostri giorni, in occidente, bruciare incenso a casa propria è diventato quasi una moda: si desidera respirare effluvi profumati, immaginando che, anche se si è occupati in attività prosaiche, essi santificheranno l’atmosfera circostante. Tuttavia, è preferibile riservare l’incenso agli esercizi spirituali, rimanendo consapevoli di ciò che esso rappresenta da un punto di vista simbolico.
Bruciando, l’incenso sprigiona un profumo. Quella combustione è l’immagine del sacrificio. Ogni sacrificio è una combustione: una materia viene data al fuoco affinché le sue emanazioni odorose salgano fino alla Divinità. Per noi questa combustione ha veramente senso solo se la trasponiamo su un altro piano, vale a dire se la materia che sacrifichiamo è la nostra materia, la nostra materia psichica. Chi si sforza di vincere le proprie debolezze, purifica la propria materia psichica a contatto con quel fuoco spirituale costituito dalla saggezza e dall’amore divini. Da quella materia purificata emanano i profumi più sottili.»
(Omraam Mikhael Aivanhov)
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