Io accetto tutte le religioni che vi furono nel passato e le rispetto tutte: venero Dio con ognuna di esse, in qualsiasi forma venga adorato. Andrei alla Moschea dei musulmani; entrerei nella chiesa cristiana e m’inginocchierei di fronte al Crocifisso; entrerei nel tempio buddista, dove troverei rifugio in Buddha e nella sua Legge. Andrei nella foresta e mi sederei in meditazione con l’indù, che sta cercando di vedere la Luce che illumina i cuori di ognuno. Non solo farei queste cose, ma terrei il mio cuore aperto per ogni cosa che possa venire nel futuro.
Se deve esistere una Religione Universale, deve essere una che non abbia luogo in tempo o spazio; una che sia infinita come il Dio che prega, e il cui sole brilli, in egual modo, sui seguaci di Krishna e Cristo, sui santi e i peccatori; una che non sia Bramanista o Buddista, Cristiana o Musulmana, ma un insieme di tutte queste e che abbia ancora uno spazio infinito per svilupparsi; una che nella sua universalità abbracci nelle sue infinite braccia, e che possa trovare un posto per ogni essere umano, dal più umile, abietto selvaggio, non molto diverso dalla bestia, al più alto degli uomini, che quasi si eleva sopra l’umanità attraverso le virtù della sua mente e del suo cuore, per il quale la società ha un timore reverenziale e del quale dubita della sua natura umana. Sarà una religione che nella sua politica non avrà posto per persecuzione o intolleranza, che riconoscerà la divinità in ogni uomo e donna, ed il cui intero scopo, la cui intera forza, sarà centrata nell’aiutare l’umanità a realizzare la sua stessa vera, divina natura.
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