“Ascoltando non me, ma il logos, è saggio convenire che tutto è uno”.
Eraclito usa il termine logos per indicare la verità, la legge generale del cosmo, l’armonia alla quale obbediscono sia il mondo naturale che l’uomo. È legge divina (nel senso non religioso del to theion di Anassimandro), legge universale e principio naturale interno alla physis, secondo il quale tutte le cose nascono e muoiono. È l’unità sottostante all’apparente molteplicità del mondo naturale, come sappiamo dal frammento 50 (“Ascoltando non me, ma il logos, è saggio convenire che tutto è uno”).
La seconda accezione di logos, che ha l’equivalente latino in ratio, è la ragione umana, l’intelletto a tutti comune che spiega e comprende la legge universale.
L’ultimo significato, il più comune, è “discorso, parola”. Probabilmente, nell’opera di Eraclito, è la sua parola, la sua dottrina filosofica, che attraverso la ragione umana spiega la legge universale. Il logos si esprime attraverso il noùs, l’intelletto, senza il quale non avrebbe significato. Parola, ragione e realtà sono perciò strettamente collegati fra di loro, e per questo Eraclito usa lo stesso termine: il logos (parola) descrive attraverso il logos (la ragione umana) il logos (l’armonia dell’universo). Dalla polisemia di questo termine proviene la difficoltà dell’interpretazione dei frammenti di Eraclito. Da notare che il compito della spiegazione è affidato alla parola, e non alla lingua scritta, in un epoca in cui l’oralità ha la prevalenza nella trasmissione del sapere.
Il logos è rivolto a tutti, ma non tutti sanno o vogliono ascoltarlo. Invece di rivolgere lo sguardo al principio universale, si fermano alle proprie opinioni che li allontanano dalla verità. Per questo il linguaggio comune non è adatto a descriverlo, e c’è bisogno di quello della filosofia. Filosofo è colui che segue la via della verità, cosa che solo pochi sono in grado di fare, secondo la visione aristocratica di Eraclito (“Ma pur essendo questo logos comune, la maggior parte degli uomini vivono come se avessero una loro propria e particolare saggezza”, senza capire qual è la verità). Chi tuttavia intraprende questa via, sarà il migliore.
Osho riteneva che Eraclito fosse un illuminato.