La cessazione (della sofferenza – ndr) e la salvezza sopraggiungono man mano che si diventa persone ragionevoli. Si diventa ragionevoli e meticolosi perché si cessa di essere trascurati e noncuranti. Di conseguenza, c’è un senso di sollievo. Un esempio di meticolosità è la pratica dell’oryoki, uno stile formale di servire e consumare i pasti che ha origine nel buddismo zen.
In questa pratica si è coscienti di tutto ciò che si sta facendo, di ogni movimento; nello stesso tempo non si è tesi, poiché, se si diviene impacciati, si comincia a dimenticare le procedure dell’oryoki. Questa logica si applica ugualmente nel tenere la propria stanza ordinata, nel prendersi cura dei propri vestiti, nel prendersi cura del proprio complessivo stile di vita. Essere meticolosi non è fondato sul timore, ma sulla naturale consapevolezza.
– Chogyam Trungpa –
– Chogyam Trungpa (amazon)
– Chogyam Trungpa (macrolibrarsi)
– Chogyam Trungpa su it.wikipedia
Oryoki
Nei monasteri Zen, la cerimonia di Ōryōki (応量器?) è il rituale associato al momento dei pasti.
Secondo il maestro Shohaku Okumura:
« La ō iniziale in ōryōki vale a dire “in proporzione a”, ryō significa “un certo numero” or “qualità,” e ki significa “contenitore. »
Nella lingua giapponese, il termine Oryoki è composto da tre Kanji:
– 応 ō, che rappresenta la risposta di chi riceve l’offerta di cibo
– 量 ryō, una misura, o una quantità, ricevuta
– 器 ki, la ciotola.
Lo scopo di questa pratica è rendere anche il momento di condivisione del cibo un’occasione di pratica di attenzione e di consapevolezza, in cui si ricorda una volta di più l’interdipendenza della propria vita con quella di tutti gli esseri senzienti, e della possibilità di praticare con l’impegno a raggiungere l’illuminazione a beneficio di tutti.
La cerimonia di Oryoki deriva dal momento dei pasti che viene celebrato in ogni tradizione buddhista, ed è una tradizione presente fin nei primi sangha, nei quali i monaci mendicanti, seguaci del Buddha, condividevano le offerte che avevano raccolto dalla questua nelle città.
Una cerimonia dei pasti è praticata in tutti i monasteri delle diverse tradizioni. Nello Zen giapponese, essa è stata sviluppata come una vera e propria pratica a sé stante, con un rituale complesso ed articolato. Un set di Oryoki consiste in un insieme di ciotole avvolto da un panno. Tradizionalmente, le ciotole sono di legno laccato, ma in molti monasteri sono in uso anche ciotole di bachelite – e utentili coperti da una bustina.
La ciotola più grande, chiamata talvolta la ciotola del Buddha o zuhatsu, rappresenta il Buddha e l’illuminazione. In essa è contenuto il riso, il cibo che dà energia alla pratica. Le altre ciotole sono progressivamente più piccole, e il loro numero varia a seconda della tradizione: mentre nella scuola Soto sono previste tre ciotole, nel rituale Rinzai ne sono necessarie cinque. Di esse, una, di dimensioni medie, contiene una zuppa di miso e in un’altra più piccola è contenuto il pasto medicinale, che consiste in qualche vedura bollita. Come il riso della ciotola più grande simboleggia il Buddha, le ciotole restanti simboleggiano il Dharma e il Sangha, gli altri due dei tre gioielli fondamentali per la pratica del buddhismo. Volendo descrivere la forma delle ciotole di oryoki usata al Zen Mountain Monastery guidato da John Daido Loori, l’autore Jack Maguire riporta:
« L’involto consiste di tre ciotole di plastica nera, due bastoncini, un cucchiaio di legno, una piccola spatola, un tovagliolo grigio, e uno bianco per pulire, tutti stretti in un tovagliolo grigio con un nodo che assomiglia ad un bocciolo di loto.»
La pratica di Oryōki si è evoluta dalla Cina in Giappone dopo molti anni ed è parte della tradizone che è stata trasmessa in Occidente. Sia monaci che laici l’hanno adottata per consumare pasti formali nei centri e nei monasteri Zen locali. Il maestro Kobun Chino Roshi riuscì a trasmetterla anche nel sangha buddhista Vajrayana di Chögyam TrungpaRinpoche ed è attualmente praticata in tutti i centri della sua Shambhala.
Vari maestri Zen affermano che consumare i pasti con ōryōki coltiva gratitudine, consapevolezza, e una migliore comprensione del sé. (A questo proposito, non è diversa dallo zazen.) La complessità della forma può richiedere al praticante di portare molta attenzione ad ogni passaggio del rituale, favorendo la pratica di consapevolezza.
– Fonte
– Tierra Zen oryoki oryoki tre ciotole nero (amazon)