Supponete di avere una manciata di sale e di versarla in una ciotola d’acqua, mescolando: a quel punto l’acqua contenuta nella ciotola sarà troppo salata per poterla bere. Se invece buttate la stessa manciata di sale in un fiume, questa non renderà salato il fiume e la gente potrà continuare a berne l’acqua (questo insegnamento è stato dato duemilaseicento anni fa, quando si poteva ancora bere l’acqua dei fiumi!). L’immensità del fiume gli dava la capacità di accogliere e trasformare: il fiume non soffriva affatto per una manciata di sale.
Se il tuo cuore è piccino, una parola o un’azione ingiusta ti farà soffrire; ma se è ampio, se contiene comprensione e compassione, quella stessa parola o quella stessa azione non avranno il potere di farti star male: sarai in grado di riceverle, abbracciarle e trasformarle in un istante. Ciò che conta, in questo caso, è la tua capacità personale, non ciò che ti ha dato fastidio: dipende dal tuo modo di ricevere, di abbracciare e trasformare. Quando sei soltanto una ciotola d’acqua, ogni cosa ti dà fastidio, ti fa soffrire; quando invece diventi un fiume non soffri più: hai imparato la pratica dell’inclusività.
Perfezionare la pratica dell’inclusività consiste nel rendere di continuo il proprio cuore sempre più grande, in modo che possa abbracciare ogni cosa. Ognuno di noi si deve chiedere: quant’è ampio il mio cuore? Come posso aiutare il mio cuore a diventare più grande, più spazioso ogni giorno?
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– EsserePace.org – Thich Nhat Hanh
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