La collera è la porta dell’inferno; essa distrugge la conoscenza dell’Io. Nata dall’agitazione (rajas), essa consuma e contamina ogni cosa. È la grande nemica della pace. È un altro aspetto della cupidigia. Come il latte fresco diventa latte inacidito, così la cupidigia o il desiderio, si trasformano in collera; la mente diventa confusa; perde la memoria e l’intelligenza; muore. L’uomo in collera dirà qualsiasi cosa, agirà senza riflettere. Può arrivare fino al delitto. Una parola accesa può portare alla rissa e ai colpi di coltello. La collera è un’intossicazione; in quel momento, l’uomo in collera non è più padrone di sé; è preda della propria collera; essa è una vera forza cosmica (shakti o devi). Nel Chandipat troverete questi versi:
Ya devi sarva bhuteshu Krodha rupena samstitha. Namastasyai namastasyai Namastasyai namo namaha.
(Io mi inchino davanti a questa dea che siede in tutti gli esseri, sotto le sembianze della collera).
Risentimento, indignazione, furore irritazione sono i diversi aspetti della collera, secondo il grado o l’intensità di essa. Se un uomo, volendo correggere un altro, si serve di una leggera collera, senza egoismo ed usandola come una forza da applicare per reprimere e migliorare, si dice che si serve di una “collera religiosa”. Supponiamo, per esempio, che un uomo molesti una ragazza e cerchi di oltraggiarla, e che un testimonio di questa scena si adiri contro di lui, questo viene chiamato “legittima indignazione”.
Non è cattiva in sé.
Solo quando è la manifestazione di sentimenti di egoismo, o di avidità, è cattiva. Talvolta un maestro in scienze religiose ha bisogno di mostrare un leggero grado di collera per correggere alcuni discepoli; neanche questo è condannabile. Ma, questo maestro esteriormente acceso, deve restare freddo interiormente. Non deve permettere alla collera di mettere radici nel suo essere interiore (antahkarana); il suo umore deve svanire immediatamente, come un’onda in mare.
Se un uomo si irrita spesso per delle sciocchezze, è un segno sicuro di debolezza mentale.
Ognuno dovrebbe dominare la propria irritabilità, sviluppando la pazienza, il discernimento (vichara), l’indulgenza (kshama), l’amore, la compassione, lo spirito di dedizione. La collera dominata può trasformarsi in una energia capace di smuovere l’universo; diventa la più alta forma d’energia (ojas) allo stesso modo in cui il calore o la luce possono trasformarsi in una energia che ha un altro aspetto. Se l’aspirante è giunto alla vittoria sulla collera ha compiuto la metà della propria sadhana. Vincere la collera significa vincere anche i cattivi desideri, perché da essa hanno origine i vizi, i difetti e le cattive azioni.
Chi è padrone di sé, non può più commettere nessuna cattiva azione. È sempre giusto, mentre l’uomo che si irrita facilmente non può essere giusto. È sviato dai propri impulsi e dalle proprie emozioni.
La radice della collera è nell’egoismo. Grazie al discernimento (vichara) l’egoismo può essere eliminato; soltanto così, la collera si lascia dominare fino nelle radici. In un certo modo se ne può venire a capo per mezzo delle virtù opposte come l’indulgenza (kshama), l’amore, la pace (shanti), la misericordia (karuna), l’amicizia. Ma solo la vera conoscenza (jnana) può liberarci dalle impregnazioni subcoscienti (samskaras); anche la pratica del silenzio (mauna) è di grande aiuto.
È molto difficile prevedere gli accessi di collera di qualcuno; perché essi scoppiano improvvisamente e per delle cose insignificanti. Quando la collera è di forma grave, diventa difficile da dominare, cosa che è ancora facile invece, quand’essa non è che una piccola ruga della mente subcosciente. Bisogna dunque sorvegliare con cura la mente, non appena dà dei segni d’irritazione; grazie a questa precauzione le cose diventeranno più facili.
Un uomo infuriato perde ogni controllo; con la frequenza degli accessi, la collera si aggrava.
Quando è tenuta a bada, si aumenta la forza di volontà; l’aspirante dovrebbe dedicare tutto se stesso a vincere questo potente nemico.
Un cibo sattvico, il japa, la meditazione, la preghiera, la compagnia dei saggi (satsanga), la discriminazione (vichara), il servizio, le adunanze religiose (kirtanas), la castità (brahmacharya), il pranayama, tutto questo contribuirà largamente a sradicare questa terribile malattia.
Per questo scopo bisognerebbe servirsi di un metodo composto.
Se qualcuno vi offende, sforzatevi di restare calmi; sopportate l’insulto, guadagnerete in forza. Cominciate col tenere a bada i vostri impulsi e le emozioni. Ogni volta che, nel corso di una discussione, appare il rischio di un accesso di collera, smettete di parlare.
Sforzatevi sempre di esprimervi con dolcezza con delle parole pacate (madhura e mridu), le vostre parole siano di velluto, e la vostra logica d’acciaio; ma se le vostre parole sono aspre, ne deriverà la discordia. Se avete delle difficoltà per dominare la vostra collera, allontanatevi immediatamente, e fate una passeggiata a passo svelto. Bevete subito un sorso d’acqua fredda. Modulate OM ad alta voce e per dieci minuti.
Il tabacco, la carne e l’alcool rendono il cuore irritabile; bisogna dunque rinunciarvi completamente. Il tabacco procura delle malattie di cuore; esiste un ” tabagismo del cuore “, che porta facilmente all’irritazione.
Siate cauti nella scelta dei vostri amici; parlate poco, frequentate poco le altre persone.
Immergetevi nella vostra pratica spirituale (sadhana). Pensate che l’universo non è che un lungo sogno e che il mondo è menzogna (mithya); ciò vi proteggerà dalla collera. Usate il vostro discernimento (vichara) e ditevi: – Che cos’è un insulto? Cosa guadagnerò a mettermi in collera? È un semplice spreco d’energia e di tempo. Io non sono il corpo: l’anima universale (Atman) è la stessa in tutti – .
Questo pensiero vi allontanerà immediatamente dalla collera. La collera provoca delle alterazioni del sangue, versandovi vari veleni.
Alla luce della psicologia moderna, moltissime malattie hanno la loro origine dalla collera. I reumatismi, le malattie del cuore, quelle dei nervi sono dovute alla collera, i cui eccessi possono scrollare l’intero sistema nervoso. In seguito, per ristabilire l’equilibrio, ci vogliono dei mesi.
(Da: Swami Sivananda Sarasvati – Concentrazione e Meditazione)
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– Swami Sivananda Saraswati – Macrolibrarsi
– https://it.wikipedia.org/wiki/Shivananda