Contatto visivo con l’immagine di una divinità, o con una persona reverenda, o con un oggetto sacro; dal sanscrito: darśan vista.
Il concetto che questa parola esprime è davvero importante, ed è qualcosa che viene vissuto molto comunemente. In italiano non può essere reso che con ampie perifrasi, e quindi difficilmente si trova espresso.
Il darshan è originariamente un elemento fondamentale dell’adorazione hindu. Si ritiene che la vista dell’immagine sacra della divinità o di un altro oggetto sacro, o il contatto visivo con il santo o con la grande personalità abbia per il fedele un effetto ispiratore e di buon auspicio: e già notiamo come sia un concetto che non è alieno alla nostra cultura; rimanendo in ambito religioso ma nostrano, è comune che vengano ricercate esperienze come vedere il papa, o andare a vedere la tal reliquia. E un ancor più ampio respiro prende questo concetto se inteso laicamente.
A chi non è capitato di andare a sentir parlare il proprio scrittore preferito, ricercando uno scambio visivo? Chi non ha sentito un fremito vedendo gli occhiali di Puccini sulla sua scrivania, o un foglio di appunti di Manzoni? E dove sta la magia dei concerti visti dal vivo, o del vedere coi propri occhi Amore e Psiche di Canova?
Il darshan è l’ultimo bastione sacro di un senso fisico che ha perso gran parte della sua magia. Su internet o in tv si possono vedere video di tutte le grandi personalità del mondo che fanno e dicono ciò per cui sono grandi, e con un clic si possono raggiungere sterminate gallerie di opere d’arte, documenti originali, foto di ogni luogo. Il darshan è il contatto visivo di quando dici “Voglio vederlo dal vivo” o di quando racconti agli amici che sei stato nel tal posto e “L’ho visto”. E il motivo per cui si vuole avere un darshan non si può liquidare facilmente bollandolo come superstizione, perché anche il meno superstizioso lo sente: il darshan trasmette davvero qualcosa. Che sia una benedizione per il giovane violinista che vede uno Stradivari, che sia un buon auspicio per chi, all’inizio di una giornata che si annuncia terribile, intravede e magari scambia due parole col suo idolo, che sia un’ispirazione per chi incrocia lo sguardo della grande persona che combatte per i suoi stessi ideali, è certo che il darshan è un fatto sacro. Riporta la vista su un binario di dignità altissima, la rende di nuovo capace di veicolare un’emozione che ti prende tutto il corpo – come quando da bambino vedevi la mamma o da ragazzino vedevi la ragazza che ti piaceva tanto.
– Fonte: unaparolaalgiorno.it
– Darśana – wikipedia
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– Meditazione (macrolibrarsi)