Chiesero al Buddha: «Fino a che punto una persona può predicare la via?». Rispose: «Se una persona insegna il modo di svincolarsi dalla tirannia delle cose materiali, trascendere le sensazioni, le percezioni, le fabbricazioni mentali e la coscienza, insegnando a non aggrapparsi a queste cose, allora quella persona può esser considerata un predicatore della via.
Se lei stessa sta tentando di svincolarsi dalla morsa del mondo materiale e di coltivare il non aggrappamento verso di esso, allora è appropriato dire che vive in accordo con la via. Se si è liberata con la disidentificazione e il non aggrappamento, allora si può dire che ha raggiunto la fine del dolore qui ed ora».
(Samyutta Nikaya)
Commento: la cosiddetta via si indica soprattutto con l’esempio; ai fini pratici le chiacchiere servono a ben poco; forse solo a gingillarsi con la retorica; per superare gli attaccamenti e percepire la realtà per ciò che è indipendentemente dalle proprie eventuali proiezioni è indispensabile la meditazione.
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