Entrate nel mondo dell’unità con la consapevolezza di avere la tendenza a classificare tutto come buono o cattivo, giusto o sbagliato. Bello e brutto sono parametri del mondo fisico, non del Tao.
Considerate intuitivamente il fatto che la dualità sia un gioco della mente. In altre parole, le persone appaiono come appaiono e criticare non sempre è necessario o utile. Osservate il dischiudersi del Tao all’interno di ognuno, voi compresi, e siate in pace con ciò che vedete. Siate come un animale selvatico che si muove liberamente, senza la preoccupazione di pensare dove dovrebbe stare e come dovrebbe agire. Per esempio, immaginate di essere una lontra che vive semplicemente la propria esistenza di lontra. Non siete buoni o cattivi, belli o brutti, lavoratori o fannulloni, siete semplicemente una lontra, che si muove in acqua o sulla terra liberamente, tranquilla e giocosa, senza dare giudizi.
Quando giunge il momento di lasciare il vostro corpo, lo fate, reclamando il vostro posto nel puro mistero dell’unità. Questo è ciò che Lao-Tzu intende dicendo: «Compiuta l’opera, se ne dimentica. Per questo dura in eterno». In altre parole, non serve lasciare il proprio corpo per fare esperienza dell’eternità; è possibile conoscere il vostro eterno io anche nella condizione corporea. Quando dualità e giudizio si presentano, lasciate che siano una parte della perfetta unità. Quando altre persone creano dicotomie, potete sempre conoscere l’unità mettendo in pratica il Tao.
(Da: La saggezza del Tao – Wyane W. Dyer)
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