Il Buddha […] negava che l’acqua del Gange purificasse dai peccati commessi. Non attribuiva nessun valore al sacrificio vedico compiuto con il fuoco e dedicato al dio Agni. Era contrario all’uccisione rituale di qualsiasi essere vivente e considerava l’uccidere animali innocenti per fini religiosi una aberrazione spirituale.
I brahmini si sentivano minacciati. Il Buddha, con il suo atteggiamento antiritualistico, minava alla base il loro potere. Sosteneva che credenze, regole e riti non avessero nessuna importanza per la salvezza dell’individuo. Rifiutava le quattro classi sociali e le tante caste in cui era divisa la società. Affermava: «Non chiamo qualcuno un “brahmino” per la sua origine o per la donna che lo ha messo al mondo. Queste persone sono ricche e arroganti. Per me un uomo povero, libero da ogni forma di attaccamento, è il vero brahmino».
(Da: Carlo Buldrini, “Pellegrinaggio buddhista”, Lindau 2016)
Carlo Buldrini, pubblicista, ha vissuto in India 30 anni. Ha scritto per varie testate italiane e indiane ed è stato addetto reggente dell’Istituto Italiano di Cultura di New Delhi.
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