E’ una poesia dell’imperatore cinese Hsüang-Tsung (685-762).
“Una figura di vecchio scolpita nel legno e mossa con dei fili, con la pelle rugosa e i capelli bianchi, simile a una persona viva.
Danza per un pò: quindi si ferma.
E’ questa la vita dell’uomo, come un sogno.”
Quando fu chiaro che il maestro stava per morire, i discepoli ne furono depressi. Il maestro sorridendo disse: “non capite che la morte conferisce bellezza alla vita?” Ma i discepoli replicarono: “noi preferiamo che tu non muoia mai”. Il maestro allora disse: “tutto ciò che è veramente vivo deve morire. Guardate i fiori: solo quelli di carta non muoiono mai!”
Heidegger, uno dei massimi filosofi del ‘900, così commenta: “la morte è una necessaria lezione sulla vita.”
Nella visione cristiana della morte essa non è solo una “necessaria lezione” sulla vita, o sulla radicale fragilità dell’uomo. Essa diventa invece via per un incontro perfetto.
“Ora vediamo come in uno specchio [ricorda il film di Bergman], in maniera confusa, ma allora vedremo faccia a faccia (1 Cor 13, 12)” e cadranno tutti i misteri.