Il mondo della mente è molto potente e forte, e le nostre menti diventano così confuse che noi siamo sopraffatti dalle emozioni o dall’apparenza delle cose. Abbiamo dunque realmente bisogno di fissare qualcosa da poter usare per la meditazione, per esempio il respiro. Noi respiriamo sempre, dovunque siamo, che si tratti di un posto tranquillo o di Piccadilly Circus. Sicché, anche se non possiamo soffermarci con la mente su un punto molto a lungo, per lo meno possiamo impedire alla mente di vagare e di lasciarsi risucchiare in tutto ciò che accade attorno a noi. Potremmo anche non raggiungere una buona concentrazione in un posto come Piccadilly Circus, ma almeno potremo smettere di farci attrarre o respingere da impressioni sensoriali molto forti. Possiamo portare l’attenzione sull’inspirazione e sull’espirazione.
Alcuni ritengono che la consapevolezza del respiro abbia come scopo di raggiungere alti livelli di concentrazione. Dovremmo però considerare che le nostre opinioni a proposito della pratica sono semplicemente opinioni. La pratica in se stessa è così come è; non è per nessuno; è per se stessa così come è. Quando seguiamo il respiro la mente non pensa ad altre cose e dunque noi siamo solo col respiro. E se continuiamo a stare col respiro la mente si calmerà. Il respirare, il semplice ordinario respirare, ha un suo ritmo che calma e tranquillizza. Perciò la consapevolezza del respiro ha in se stessa il suo compenso.
Possiamo non renderci conto che ogni momento di attenzione al respiro è un momento tranquillo e in tal modo finiamo col restare coinvolti in tentativi di ottenere qualcosa, in tentativi di avere da questa pratica più di quanto ci possa offrire, e così perdiamo il risultato proprio nel momento in cui ci si sta offrendo. Questa è l’ignoranza umana. Nutriamo aspettative su qualche cosa e queste aspettative ci fanno perdere di vista ciò che realmente accade. Ora, se noi ci limitiamo a contemplare che cosa è un’inspirazione, vedremo che non è eccitante, stimolante, interessante o affascinante, ma vedremo, d’altra parte, che non è nemmeno dolorosa, repellente o spiacevole. Probabilmente ci sembrerà una cosa noiosa, dato che abbiamo la tendenza a volere che tutto nella nostra vita sia molto interessante ed eccitante. E tendiamo a considerare noioso ciò che è neutrale. Ma in realtà non è noioso. Se una cosa è interessante ciò significa che cattura la nostra attenzione. Se stiamo leggendo un libro e ci interessa continuiamo a restare seduti e non possiamo distoglierci. Non vogliamo rispondere al telefono, non vogliamo parlare con nessuno, vogliamo soltanto lasciarci assorbire da quel libro affascinante e interessante. D’altra parte, se stiamo leggendo un libro noioso troveremo tutte le scuse per distogliercene. Suona il telefono e noi siamo ben contenti di alzarci e di andare a rispondere. Arriva il garzone del lattaio e noi corriamo alla porta e cerchiamo di fare due chiacchiere con lui. Se una cosa è noiosa non c’è nulla che trattenga la nostra attenzione, che perciò si dirigerà verso qualsiasi altra cosa, anche verso cose più noiose del libro: per sfuggire a una cosa noiosa noi andiamo a cercare un’altra cosa noiosa.
Sicché noi cerchiamo di rendere la vita interessante: amici interessanti, cose interessanti cui pensare, cose interessanti da fare. La mia non è una critica, sto soltanto facendo presente che per gran parte della nostra vita noi andiamo in cerca di qualcosa che ci interessi. E quando una cosa non è più interessante allora tendiamo a respingerla. Se, per esempio, un amico attraversa un periodo difficile e diventa noioso e non più interessante, noi siamo portati a non voler avere a che fare con lui. Quando invece è affascinante e brillante ci piace la sua compagnia, perché tiene vivo il nostro interesse. Ma quando ridiventa noioso desideriamo soltanto andarcene!
La consapevolezza del respiro non è interessante, né dobbiamo necessariamente renderla tale. Un’inspirazione è solo questo, un’inspirazione. E se diciamo che è interessante o noiosa, si tratta di giudizi che noi diamo in conformità con i nostri stati d’animo. Ma di per sé un’inspirazione è solo il suo esser se stessa, è solo così com’è. Quando riflettiamo in questo modo allora un’inspirazione è solo ciò che è e una espirazione è solo ciò che è. E quando non pretendiamo che le cose siano altrimenti e non cerchiamo qualcosa in più di quello che c’è, allora il nostro atteggiamento si sta sviluppando nella giusta direzione. Perciò possiamo usare solo quest’unica cosa, questa sola pratica della consapevolezza del respiro, ai fini della concentrazione, della riflessione e della comprensione: comprensione delle cose così come sono, comprensione del perché il mondo è così com’è.
Perché il mondo ‘è’ così com’è? Perché c’è tanto conflitto, divisione, litigiosità e ingratitudine? Tutto è diviso in gruppi, fazioni, individui, ciascuno intento a chiedere ogni genere di cose a se stesso e agli altri. Quando la mente delle persone opera a questo livello il risultato è confusione e depressione. È inverno, c’è la neve e qui ad Amaravati quando le condutture dell’acqua scoppiano si creano situazioni di emergenza. Ma questo non succede sempre, no? Anche se proprio ieri avevo cominciato a pensare che stava per succedere! Stando seduti qui le cose sono così come sono. Molta parte della nostra vita non è incredibilmente eccitante o interessante, è soltanto ordinaria, semplicemente così com’è. camminare da qui ai dormitori, sedersi in meditazione, alzarsi, accendere bastoncini di incenso, andare in bagno, fare qualche lavoro, mangiare, eccetera. La giornata si, svolge così. Ci piacerà o non ci piacerà a seconda di come noi siamo: ispirati, oppure pieni di aspettative, oppure annoiati. Prendiamo ad esempio il lavare i piatti: se siamo ispirati e vogliamo davvero lavorare per il benessere della comunità allora ci accostiamo ai piatti con tutta l’energia che viene dall’amore e dall’ispirazione. Ma quando siamo stufi e non ci importa più niente, arriva il nostro turno e noi laviamo i piatti, sì, ma senza alcun amore: arriviamo tardi, rompiamo un piatto, non puliamo molto bene. Ma lavare i piatti è soltanto così com’è, no? Non c’è nulla di particolarmente spiacevole o piacevole in questa attività, è soltanto così com’è lavare i piatti. Al di là di questo, possiamo trasformare in qualsiasi cosa questa attività. Amare o odiare il lavare i piatti è qualcosa che noi creiamo e sovrapponiamo all’evento reale; lo stesso per quanto riguarda un’inspirazione e un’espirazione: è soltanto così com’è.
(Da: Achaan Sumedho, Lasciar andare il fuoco. Gli insegnamenti di un monaco buddhista)
– Achaan Sumedho (amazon)
– Achaan Sumedho (macrolibrarsi)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Ajahn_Sumedho
– Fonte