Il sentiero che conduce alla felicità deve cominciare con la Retta Visione, che è il frutto della nostra pratica della consapevolezza e della concentrazione.
Invece di iniziare l’Ottuplice Sentiero con la Retta Visione, il Buddha avrebbe potuto farlo con la Retta Consapevolezza, perché la consapevolezza porta alla concentrazione e la concentrazione porta alla saggezza o Retta Visione.
Ma la Retta Visione è il fondamento di tutta l’azione etica. Quando hai la Retta Visione, il tuo pensiero è Retto Pensiero, la tua parola è Retta Parola e la tua azione è Retta Azione.
La Retta Visione è la visione che trascende tutte le visioni. È libera da ogni discriminazione, libera da ogni pensiero dualistico.
Finché sei prigioniero di un’unica visione non puoi avere la Retta Visione. Per noi è possibile considerare tutti i tipi di visione senza rimanere bloccati in alcuno di essi.
Quando parliamo di Retta Visione non ci riferiamo a una visione superiore a tutti gli altri tipi di visione. La Retta Visione è l’assenza di tutte le visioni.
Sappiamo che queste ultime andrebbero rimosse. «Tutte le visioni» include gli insegnamenti presenti in questo libro. Tutti gli insegnamenti andrebbero considerati strumenti e non verità assolute, persino gli insegnamenti relativi a impermanenza, non-sé e interessere.
Dobbiamo assicurarci di essere concentrati sulla saggezza e non su una visione particolare. Il Buddha ha usato l’esempio della fiamma di un fiammifero. Devi sfregare abilmente il fiammifero per fare scaturire la fiamma che, una volta accesa, lo consumerà. Quando la saggezza sorge consuma la visione. Non c’è più alcuna visione. Sei libero. C’è saggezza, non visione. È la saggezza a liberarti, non la visione.
Questo è molto importante nell’insegnamento del Buddha. È come il dito puntato verso la luna: se non riusciamo a guardare oltre il dito non riusciremo mai a vedere la luna.
Attaccamento alle visioni, intolleranza, discriminazione e dogmatismo sono le fondamenta per esclusione, paura, rabbia, brama e disperazione.
Se stai davvero praticando la Retta Visione, non c’è spazio per tali sofferenze.
Potresti riuscire a eliminare il concetto di permanenza, ma non serve se nel farlo rimani prigioniero nel concetto di impermanenza. Devi essere libero non solo dalla nozione di permanenza, ma anche da quella di impermanenza.
Puoi soffrire perché finisci prigioniero nella nozione di sé, ma soffri anche se resti prigioniero della nozione di non-sé.
La Retta Visione è scevra di discriminazione e pensiero dualistico. Non cerchi di eliminare una cosa e tenere il suo contrario. Non stai tentando di eliminare la morte e tenere solo la vita. Non hai intenzione di eliminare il non-essere e tenere solo l’essere.
(Da: “Le quattro verità dell’esistenza”, Thich Nhat Hanh)
– Thich Nhat Hanh – Macrolibrarsi.it
– Thich Nhat Hanh – Amazon
– Thich Nhat Hanh su wikipedia
– EsserePace.org – Thich Nhat Hanh
– Fonte