“Prestare attenzione alle proprie rappresentazioni (pensieri). Pensare solo pensieri significativi. A poco a poco, bisogna imparare a separare, nei propri pensieri, l’essenziale dal non essenziale, l’eterno dal perituro, la verità dalla semplice opinione.
Ascoltando i discorsi del prossimo, bisogna cercare di far tacere del tutto la propria interiorità, rinunciando ad ogni moto di approvazione ma soprattutto a ogni giudizio negativo (di critica o di rifiuto), anche nei sentimenti e nei pensieri.
Questa è la cosiddetta ‘giusta opinione’ [la corrispettiva ‘retta visione’ buddhista]”.
“Decidersi a intraprendere persino le azioni più insignificanti solo dopo averle seriamente fondate e ponderate. Bisogna tenere lontano dall’anima ogni agire sconsiderato, ogni azione priva di significato. Bisogna avere per ogni azione dei motivi ben fondati e tralasciare tutto ciò che non è sorretto da un movente significativo.
Se si è certi della giustezza di una decisione presa, allora la si deve mantenere con interiore fermezza.
Questo è il cosiddetto ‘giusto giudizio’ [il corrispettivo ‘retto pensiero’ buddhista] che non deve dipendere né da simpatia né da antipatia”.
“Il parlare. Dalle labbra di chi aspira a uno sviluppo superiore dovrebbe uscire solo ciò che ha senso e significato. Ogni chiacchiera fatua e superficiale, ad esempio per passatempo, è in questo senso nociva.
Bisogna evitare il solito modo di conversare in cui si parla di tutto confusamente; e tuttavia, pur comportandosi in questo modo, non ci si deve estraniare dal rapporto con il prossimo. Proprio nella comunicazione, il parlare dovrebbe a poco a poco tendere verso ciò che è significativo. Si dia perciò ascolto e si risponda a ognuno, purché le parole siano in ogni caso compenetrate di pensiero e frutto di riflessione. Mai parlare senza motivo. Si stia volentieri in silenzio. Si cerchi di misurare le parole, evitando il troppo come il troppo poco. Si ascolti con attenzione e si rielabori quanto ascoltato.
Questo esercizio si chiama anche la ‘giusta parola’ [la corrispettiva ‘retta parola’ buddhista]”.
“Le azioni esteriori. Non devono essere di disturbo per il nostro prossimo. Quando la nostra interiorità ci induce a agire, bisogna valutare accuratamente come farlo in modo conforme al bene di ogni cosa e propizio alla duratura felicità del prossimo, all’eterno.
Quando si agisce di propria iniziativa, vanno profondamente valutate in partenza le conseguenze delle proprie azioni.
Questo esercizio si chiama la ‘giusta azione’ [la corrispettiva ‘retta azione’ buddhista]”.
– Continua in: Interpretazione dell’ottuplice sentiero – Rudolf Steiner – 02
– Rudolf Steiner – Amazon
– Rudolf Steiner – Macrolibrarsi
– Fonte