Una volta, due vecchissimi brahmani, entrambi di 120 anni, andarono a trovare il Buddha. Gli si sedettero di fronte e dissero: «Siamo brahmani, vecchi e fragili. Non abbiamo fatto nulla di particolarmente bello, buono o meritevole nella vita, perciò ora non c’è nulla che ci aiuti a ridurre la paura della morte. Per favore, mostraci la via per la felicità».
Il Buddha rispose: «È vero, brahmani, siete invero vecchi, fragili e pieni di paura. Questo mondo è travolto dalla vecchiaia, dalla malattia e dalla morte. Ma se riuscirete a praticare un po’ di introspezione nelle vostre azioni, un po’ di controllo sulle vostre parole e un po’ di osservazione dei vostri pensieri, ciò sarà per voi un rifugio e un riparo. La vostra vita è quasi alla fine. Nessuno è immune dalla vecchiaia dalla malattia e dalla morte. Ricordandovi della morte e tenendola ben presente, mettete in pratica buone azioni, che apportino felicità agli altri. Chi fa buone azioni e sta attento, diverrà armonioso nel corpo, nella parola e nella mente. E si renderà conto che, in verità, la morte non va temuta ma che, invero, apporta felicità».
(Anguttara Nikaya – Parole del Buddha)
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